In-16° grande (197x138mm), pp. 96, brossura editoriale gialla con titoli in nero al dorso e al piatto anteriore. Firma di possesso all' occhiello. Minimi segni del tempo alla brossura ma più che buon esemplare entro velina. Edizione originale di questo testo di estetica futurista dello scrittore e pittore toscano. Così Soffici riassume gli assunti centrali della trattazione: "L'arte, nella sua purezza, non può essere capita e gustata che dagli artisti... L'arte, avendo per unica funzione di sviluppare la sensibilità, concentrandosi su questo, otterrà l'effetto di allargar sempre più l'ambiente proprio alla sua influenza, col preparare, e in numero sempre maggiore, i suoi cultori a questo: di non aver più bisogno che di un segno per intendersi. Tutta la realtà può essere un giorno amata e condensata in un accenno; e poi senza più intermediario di rivelazione artistica. Destino dunque dell'Arte: affinare tanto la sensibilità generale da rendere inutili le proprie manifestazioni, cioè: abolizione di se stessa" (pp. 58-59). Cfr. Salaris, p. 67. Cammarota, Futurismo, 449.9. Falqui, p. 108. Gambetti e Vezzosi, 451. Spaducci, p. 278.
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Anno edizione:1920
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