Questo libro nasce come racconto e si vede: il primo capitolo, intitolato "Piccole dita", è di una potenza assoluta, arriva al lettore con una violenza quasi fisica, soprattutto se è una lettrice, ancora di più se la lettrice ha figli, lasciamo perdere se la lettrice ha figli della stessa età di quelli di Jenni. Per la prima volta leggiamo un libro di survival zombie dove il protagonista non è un militare cazzuto o un uomo che "sa" sopravvivere, ma due donne quasi banali nella loro normalità, con le loro storie e le loro esperienze, con il loro vissuto e i traumi che l'invasione zombie ha comportato e che ancora non hanno avuto il tempo di elaborare. Non mi è piaciuta la parte dedicata alla storia romantica, mi è sembrata onestamente una forzatura inutile all'economia del libro, ma alla fine non da un grande fastidio. Un buon libro, consigliato a tutti gli amanti del genere.
