Una principessa per due re

La colpa è mia che continuo a leggere Philippa Gregory in cerca di quello svago stupido ma piacevole che sapeva dare una volta e che evidentemente non è più in grado di offrire impelagatasi com'è tra pretese di impegno femminista e attaccamenti a tesi pseudostoriche che è forse il caso di definire ideologiche. Il romanzo racconta di Elisabetta di York, figlia della "regina della rosa bianca" che aveva dato il titolo a un romanzo precedente. Al termine della guerra delle due rose, la giovane di casa York è data in sposa ad Enrico VII, discendente invero alla lontana dei Lancaster e iniziatore della dinastia Tudor. Fine della parte storicamente attendibile: da qui in poi il romanzo è un delirio di teorie complottistiche e occasionalmente stregonesche che potrebbero anche fare della buona fiction se non fosse per delle caratterizzazioni insopportabili e ridicole nonché per uno stile ricco di reiterazioni insistite che vorrebbero spacciarsi per introspezioni psicologiche. A uscirne distrutti sono soprattutto Margaret Beaufort e suo figlio Enrico VII, forse due tra le persone più intelligenti del loro tempo, iniziatori del Rinascimento d'oltremanica, ridotti a due ridicole macchiette a beneficio di una storia che parteggia per la casa York come il più irriducibile dei sostenitori medievali. Fuori tempo massimo.

libro bellissimo un po' romanzato ma soprattutto storico su l'inizio della dinastia dei tudor