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Anno edizione: 2018
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Dando prova di un’incredibile capacità dialettica, Michela Murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l’ironia per invitarci ad alzare la guardia contro i pesanti relitti del passato che inquinano il presente. E ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a guardare negli occhi la parte piú nera che alberga in ciascuno di noi.
«Ma il punto forte è di ricordarci che i fascisti non ridono. Preferiscono il contatto fisico, dal pugno alle armi. Perciò il suo volume è due volte spiritoso. Perché lo è l'inclinazione a descrivere fatti e persone con il tono lieve e spesso allegro delle persone civili; e perché l'aiuta il contrasto tra lo spunto ironico dell'antifascismo e la cupezza fascista (risible se non fosse assassina).» – Furio Colombo, il Fatto Quotidiano
«Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo all’Italia di oggi, sembra che non interessi piú a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia piú rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, piú veloce ed efficiente?»
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Una guida con istruzioni per tornare al passato che stiamo dimenticando. Si inneggia al 'si stava meglio quando si stava peggio' altro luogo comune che aggiungerei ai 65 messi in lista con accurata spiegazione del nostro personale punto di inizio o arrivo. Purtroppo, in base alla società in cui nasciamo, del come ci vengono spiegati fatti dal periodo pre-scolastico a quando ne usciamo capisco che alimentiamo diversi punti di vista, anche molto diversi tra loro. Io sono convinta che il sistema scolastico debba cambiare, e capisco anche che non tutti gli insegnanti sentano fino in fondo la loro chiamata per come vengono trattati... sono l'insieme di tante questioni che ci fanno cadere le braccia e perdere la voglia di resistere in un mondo che non vuole ascoltare e solo andare avanti per passi già fatti in modo meno forte perché siamo già alla frutta psicologicamente. Nella lista mi sono trovata in 6 punti trovandomi nel passaggio per diventare il titolo e ne ho tolti molti solo perché ho iniziato a darmi cultura per scelta e non da un banco.
Essere democratici è una fatica immane. La logica deviata è tristemente sempre la stessa: quella di progettare a tavolino un nemico comune da odiare, uno spettro difficilmente identificabile sul quale scaricare ogni tipo di responsabilità. Consigliato.
L'impostazione del libro è carina e originale: valorizzare i principi democratici a contrario, ossia parlando dei loro opposti totalitaristi. Lo scopo è evidentemente spingere il lettore a riflettere sul valore della democrazione, anche se talvolta ha dei difetti. Questi concetti però - almeno nel mio patrimonio culturale - sono acquisiti e scontati. Quindi, a tratti ho trovato il libro banale o comunque non stimolante. Mi rendo conto che per molte altre persone possa invece essere necessario dare una rinfrescata ai motivi per cui siamo approdati a una democrazia e dobbiamo restarci (a prescindere dal colore dei prospettati totalitarismi). Per questa fascia di persone, il libro è senz'altro molto utile e può spingere a riflettere.
Recensioni
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