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Anno edizione: 2014
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la guerra attraverso gli occhi di 3 personaggi. La paura e il caos, il delirio e l'angoscia, la morte e l'impotenza davanti l'ingiustizia. Marco Magini offre una visione degli eventi bellici ben diversa dalla semplice cronaca. Mi ha ricordato la profondità di "niente di nuovo sul fronte occidentale". e non è poco
Come fossi solo parla del massacro di Srebrenica in Jugoslavia. In particolare un soldato, solo uno, si è dichiarato colpevole delle atrocità commesse, di cui con altri commilitoni è accusato, quali stupri e genocidio. Questo soldato semplice tra l'altro è stato anche minacciato di morte, messo in tutti i modi sotto pressione, e, a suo rischio, ha provato a dire la sua scegliendo però alla fine di vivere, pur dovendo massacrare gli altri per vivere, per poter tornare dalla sua famiglia. Si alternano nella narrazione la voce di questo soldato,del suo giudice, e di un soldato belga, uno dei caschi blu dell'ONU. La cosa interessante è che il soldato sotto accusa è certamente colpevole di tutto quello di cui si auto-accusa ma è anche la persona più innocente tra quelle che compaiono nel libro. Ha provato almeno a opporsi pur senza arrivare a dare la vita per opporsi. La sua coscienza è un atto d'accusa sottinteso ai caschi blu che con molto minor rischio avrebbero potuto evitare il massacro e non facendo nulla si sono resi colpevoli due volte. Infatti molta gente è rimasta in città fidandosi di loro. Il romanzo mette ogni uomo sul banco degli imputati in quanto se il protagonista è colpevole, chi non avrebbe fatto di peggio trovandosi al suo posto?
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