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Anno edizione: 2010
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E' con questo libro che mi sono ufficialmente distaccata dalla saga! Mamma mia che lagna! Ha le classicissime e banalissime caratteristiche di tutti i fantasy di poco spessore: A. è ambientato in una città che guarda caso, è il centro delle attività paranormali dell'intero mondo, il nido dei demoni, la cuccia dei licantropi, il covo dei vampiri, gli angeli hanno la nuvoletta parcheggiata ESATTAMENTE li sopra e nel cimitero i morti resuscitano come se fosse pasqua! B. Elena è una Mary Sue, uno stereotipo. Bella, popolare, buona, brava, bella, potentissima, tutte le creature di genere maschile di qualunque specie, parenti compresi, la vogliono, è bella, piena di amiche che la adorano, bella, compassionevole, generosa, bella molto intuitiva e sagace. Bella. E il fatto che sia rassomigliante a una top model è ben sottolineato in più o meno tutte le pagine del libro. C. Lui è il classico, classicissimo stereotipo di Bello-e-maledetto per i primi tre/quattro capitoli, dove ha l'atteggiamento sbruffone e affascinante di ogni casanova che si rispetti, dopodichè si ha la TRASFORMAZIONE. Il vampiro sexy diventa una specie di teletubbie. Costantemente insicuro, non riesce più a decidere niente per se stesso o per chiunque altro e ha continuamente bisogno delle conferme di Helena per stare tranquillo. Non farò nomi. Stephan, sul serio, riprenditi. D.La saga inizia con lei che si innamora del vampiro. E fino a qui, niente di sconvolgente: lei continua ad essere una persona normale che va a scuola e fa le sue esperienze umane, vicine e comprensibili dal lettore. Con il proseguire della sua vita e l'evolversi dei libri, la situazione diventa sempre più complicata e surreale, lo stesso panorama cambia, fino a sfociare in un apocalittico viaggio negli inferi. La stessa Helena, per quanto incappata in un modo di vampiri, passa troppe "fasi" diverse per essere credibile: l abbiamo vista come -umana -morta -vampira resuscitata assetata di sangue -vampira buona -morta vivente -di nuovo morta -presenza angelica eterea proveniente da paradiso -angelo -angelo con il quoziente intellettivo di uno scaldabagno il prossimo passaggio che cosa sarà? vedremo Helena trasformata in una teiera? E. I libri finiscono sempre in punti ASSOLUTAMENTE ASSURDI, spesso nel bel mezzo dell'azione. Cosa che in verità, più che invogliare a comprare il libro successivo, irrita e basta. QUESTA SAGA è SCONSIGLIATISSIMA, davvero di scarso spessore. Specialmente non fatevi ingannare dal telefilm, che c'entra pochissimo con la saga scritta ed è invece piuttosto avvincente e piacevole.
Appena ho iniziato a leggere questo libro, mi è salita la nausea... La sdolcinatezza di Elena è tale che mi ha fatto alzare il tasso glicemico nel sangue... La cosa si estende anche a Stefan... Ok, è sempre stato il mio preferito...ma anche io ho dei limiti! Per almeno un terzo di libro mi ritrovo a voler chiuderlo e non riaprirlo, per quanto è noiosa sta Elena che parla così smielatamente e melodrammaticamente un po' al suo diario, un po' al lettore.. Ho iniziato a essere "coinvolta" verso metà libro, quando Damon ha preso le redini della situazione... Grazie a Dio c'è Damon! Non pensavo di aver mai potuto dirlo, ma è così! Da che lo detestavo, adesso è diventato il fulcro del mio interesse in questa saga... Lo consiglio a chi ha già iniziato questa saga, ma preparatevi qualche litro di caffè per tenervi svegli... Ah, e dei sacchetti di plastica e delle pasticche anti-nausea, che non si sa mai...
Lisa Jane Smith è un’autrice in grado di migliorarsi di volta in volta, cambiando continuamente, anche se leggermente, lo stile e il metodo narrativo, mantenendo intatti però la velocità narrativa e l’attenzione del lettore, ma in questo caso compie un passo indietro. Questo libro inizia su ritmi elevati calzando il lettore e promettendo scintille, ma ben presto il ritmo diventa blando, troppe riflessioni e discussioni che dovrebbero ampliare la introspezione dei protagonisti ma che produrranno solo continui sbadigli, saltando da una metafora ad una simbologia ogni poche righe, diventando così una lettura forzata, noiosa e banale. Fortunatamente nel rush finale riacquisisce un po’ di personalità, con trovate originali, anche se discutibili, come quella di creare un mondo oscuro troppo simile ad uno esistente, peccato però che una manciata di pagine non alzino il livello qualitativo medio valendo così la lettura intera del volume. In breve si potrebbe dire che se fossero stati tagliati o abbreviati gli inutili soliloqui mentali, le continue metafore e le pressanti ripetizioni si avrebbe avuto un libro indubbiamente migliore, anche se con pagine dimezzate. Sperando che la Smith abbai avuto solo un calo qualitativo durante un volume di transizione, rimane solo da sperare in un nuovo capitolo che approfondisca il lato soprannaturale “orientale” varato in questa serie e che riprenda il suo consueto ritmo narrativo.
Recensioni
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