La psicobiografia di Hitler. Per andare oltre il mito ed il pregiudizio
«Hitler è stato definito un “mostro” o un “folle” dimenticando la normalità dei molti, certamente troppi, che si sono identificati in lui, lo hanno seguito con fanatico bisogno di trovare risposte e soluzioni in un complicato gioco di seduzione reciproca. Gli appellativi “mostro” e “folle” troppo spesso nel comune lessico sono affibbiati a tutti coloro le cui condotte inqualificabili ed indegne deviano decisamente da ciò che per convenzione consideriamo normale. Perché i mostri che abitano l’inconscio individuale e collettivo vivono nelle favole e nei miti, ma non esistono nella realtà. La parola “mostro” è un simbolo in cui si condensano tutti gli aspetti che razionalmente non accettiamo della nostra umanità e Hitler e i nazisti erano esseri umani, cittadini, uomini e donne come tutti. E così la follia che è una distorsione dalla realtà oggettiva; e anche questo appellativo non si può attribuire ai nazisti che agirono razionalmente, lucidamente e freddamente, consapevoli delle loro azioni. Intorno a Hitler e associati è stato creato un mito, che ha condotto ad un’idealizzazione che finisce poi nell’enfatizzazione, falsificando la reale natura e statura del personaggio.»
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Anno edizione:2020
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In commercio dal:17 gennaio 2020
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