La qualità del «sentire» ovvero critica della «ragion» musicale
Questo saggio ha come scopo primario quello di interagire con la razionalità scientifica in genere dal punto di vista umanistico-artistico e soprattutto estetico-ricettivo, poiché la musica, fin dal mondo filosofico greco, è stata utilizzata indebitamente per gli scopi pseudoscientifici condizionandone in negativo tutto l'arco evolutivo fino ai nostri giorni, anziché utilizzare le teorie a sostegno della pratica e della realtà sonora vera e propria. Dunque si cercherà di fare chiarezza sulle specificità professionali e disciplinari, evitando gli sconfinamenti indebiti e/o confusivi cui molto spesso oggi - vista la relativizzazione della realtà alla quale siamo soggetti - si rischia di incorrere da ambo le parti, limitando non solo il riduzionismo (a cui molto spesso la scienza mostra di rimanere attaccata, rischiando addirittura di scientificizzare la musica e l'arte in genere, altre volte invece analizzando persino la scienza) ma anche la complessità compilativa fine a se stessa riguardante il mondo umanistico-culturale (poco incline invece ad interagire con la scienza), per una maggiore comprensione della realtà estetico-musicale come fenomeno ricettivo integrale all'interno del mondo sodale-globale per un continuo accrescimento della sensibilità interiore individuale e collettiva.
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Anno edizione:2017
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