Quello che noi non siamo - Gianni Biondillo - copertina
Quello che noi non siamo - Gianni Biondillo - 2
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Letteratura: Italia
Quello che noi non siamo
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Descrizione

Gianni Biondillo racconta, in un romanzo corale, la storia di uomini e donne che presero coscienza del crollo delle false ideologie e che decisero di schierarsi nel nome della Resistenza e della libertà, spesso pagandone le conseguenze: carcerazioni, torture, campi di concentramento. Il ritratto profondo di un'epoca, che ci somiglia più di quanto vogliamo ammettere.

«Distinguere una dittatura da una rivoluzione. Questo è il dissidio che ci racconta Biondillo: l'equilibrio tra arte e potere, tra consenso e libertà.» - La Lettura

«Uno scrittore imprevedibile, acuto e di grande godibilità letteraria.» - La Repubblica


Ci fu una generazione di architetti che credette nel fascismo perché si illudeva fosse una rivoluzione, come quella artistica che propugnavano: il razionalismo. Combatterono una guerra ad armi impari contro l'accademismo, centralista e romano, senza rendersi conto che mentre Mussolini li ammansiva, li lodava, in realtà sosteneva un'architettura retorica ben più consona alle sue megalomanie. Milano fu la fucina di queste tensioni artistiche che guardavano all'Europa come a una liberazione dall'asfissiante passatismo provinciale del resto della nazione. Venivano da tutta Italia: irredentisti istriani come Pagano, maestri comacini come Terragni, napoletani inquieti come Persico. E poi tutti gli altri, figli del Politecnico: Figini, Pollini, Bottoni, Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers... Nelle trattorie, nei salotti, alle vernici, incrociavano poeti, galleristi, critici, artisti, e di anno in anno l'adesione al regime si faceva sempre più labile, sempre più critica. Ci pensò la storia a fare il resto: dalle leggi razziali alla disfatta di Russia, fino al cataclisma dell'8 settembre 1943.

Dettagli

23 maggio 2025
496 p., Brossura
9788823535510

Valutazioni e recensioni

  •  la_ele

    Un libro davvero molto bello. Sono architetto e questo libro mi ha fatto scoprire e riscoprire autori importanti, le loro opere e la loro importante storia. Bellissimo

  •  Tin Tin
    Bagutta più che Meritato!

    Magnifico libro scritto e supportato da grande ricerca e conoscenza, come se i Personaggi fossero Presenti e parlassero Loro. Se non già per Titolo... certamente per *Fatto*... qui gli Architetti che si confrontano...e fra Questi mi piace ricordare lo Studio B.B.P.R. ...e quindi anche di Belgiojoso nonché di Banfi (Mauthausen - Gusen, R.I.P.)... ma anche di Molti Altri...Terragni, Persico, sin da Pagano...ed Altri ancora. i Quali anticiparono con fantasia e grande Ingegno, perché e come scrisse il Buonarroti: "Chi segue altrui non gli va mai innanzi"... così a quei tempi e come ahimè accade anche oggi...ma Loro mai, tanto da essere fra noi e ciò per sempre!!

  •  Angelo
    L'incubo del nazifascismo visto da una prospettiva poco nota

    Libro importante. Rendo grazie a Biondillo che, architetto lui stesso, ha raccontato la tragica storia di importanti architetti dell'epoca fascista. Questi architetti pieni di idee e ideali, dopo l'iniziale entusiasmo per il fascismo, sono finiti nei lager, alcuni trovandovi la morte. La storia di queste persone è poco nota ai profani anche se le loro opere sono ben visibili in diverse città. Mi ha colpito per esempio sapere che uno dei progettisti di un importante ufficio postale che frequento è morto in un lager. Forse un’appendice con l’elenco delle opere prodotte dagli architetti raccontati nel libro avrebbe giovato al lettore profano e reso merito ai progettisti.

Conosci l'autore

Foto di Gianni Biondillo

Gianni Biondillo

1966, Milano

Architetto e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della redazione di Nazione Indiana. Ha pubblicato per l'Universale di Architettura diretta da Bruno Zevi, Carlo Levi e Elio Vittorini. Scritti di architettura (1997) e Giovanni Michelucci. Brani di città aperti a tutti (1999). Nel 2001 ha pubblicato, per Unicopli: Pasolini. Il corpo della città, con un'introduzione di Vincenzo Consolo. Il suo primo romanzo, nel 2004 per i tipi di Guanda, è Per cosa si uccide, "un tributo di riconoscenza dello scrittore verso la propria città, che viene descritta in tutte le sue molteplici sfaccettature". Sempre per Guanda sono usciti Con la morte nel cuore  (2005), Per sempre giovane (2006), Il giovane sbirro (2007) e nel 2008 la raccolta di saggi...

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