Un libro che racchiude otto storie di diversi fumettisti (alcuni che già conoscevo ed altri no) che nel corso degli anni hanno partecipato a "Crack!" il festival del fumetto indipendente che dal 2004 si svolge al Forte Prenestino a Roma. L'opera nel suo complesso è buona, si nota la passione di questo collettivo di fumettisti, ci mostrano che ci sono anche modi interessanti di realizzare fumetti senza seguire la corrente del mainstream. Le storie che mi hanno lasciato una buona impressione (dal punto di vista narrativo e per quanto riguarda il disegno) sono state quelle di Zerocalcare, Ratigher, Hurricane, Bambi Kramer e Tso/Primosig. Le altre storie non mi hanno proprio preso, trovandole un pò confuse su quello che volevano raccontarmi.
La rabbia
Bambi Kramer, Filosa/Noce, Hurricane, Nomisake/Trapani, Ratigher, Sonno, Tso/Primosig, Zerocalcare: undici teste piene di talento usano immagini e parole per vivisezionare il reale e raccontarcelo in otto dense storie a fumetti. Tra ferocia e poesia, tra impotenza e rifiuto, tra commedia e disincanto.
«Insomma, se è vero, come si diceva negli anni Settanta, che "il privato è politico", allora si può dire che c'è un'intera generazione che nel racconto straniante della sua microquotidianità, del suo privato, mostra di fronte a quale bivio ci ponga il nichilismo del nostro tempo.» – Carlo Bonini, il Venerdì di Repubblica
Una batteria di nuovi autori, con Zerocalcare apripista, irrompe nella scena letteraria, e disegna l'autoritratto di una generazione cinica, tenera, autoironica. Soprattutto, arrabbiata.
Vent'anni dopo Gioventù cannibale, un gruppo di narratori spariglia improvvisamente le carte e trova un linguaggio inedito non solo per testimoniare, ma anche per sfidare il nostro tempo. Sono nati tra il 1978 e il 1992, anni in cui l'Italia covava la crisi che ha cancellato ogni idea di futuro. Sono autori di fumetti, arrivano dalla fucina di Crack!, il festival nato al Forte Prenestino: spaziano dal manga al punk, dall'underground al pop, e narrano storie metropolitane, visionarie, taglienti, comiche, rabbiose. Non è la rabbia di chi ha perso la partita, ma quella di chi non ha nemmeno potuto giocarla. La rabbia di chi è rimasto bloccato in ascensore per un fine settimana che dura da una vita. Di chi non ha trovato un posto in questo mondo, eppure sa raccontarlo come nessun altro. Se una volta la rabbia era un sentimento collettivo, di azione politica, oggi che il mondo la umilia si trasforma in confessione, in diario quotidiano, minimalista, tragico o surreale, dove la posta in gioco è l'identità di un'intera generazione.
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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AndriDevil 22 dicembre 2021Le nuvole parlanti cariche di rabbia.
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“Rabbia” è una raccolta di otto fumetti, ciascuno scritto e presentato da un autore diverso. L’obiettivo comune doveva essere quello di dare uno spaccato della generazione di questi artisti, che sa ridere di se stessa, ma che è anche profondamente delusa e arrabbiata della società che la circonda. Personalmente non ricomprerei questo libro perché degli otto fumetti sono riuscito ad apprezzarne solo due/tre. Alcuni di essi, infatti, li ho percepiti o troppo onirici oppure sconclusionati, senza perciò riuscire a capire cosa volessero trasmettere e senza trovare un reale filo conduttore tra tutte le storie. Davvero un peccato perché si tratta di un bel progetto, il quale mette luce su una realtà, quella del fumetto, che resta troppo spesso in ombra e alla quale, io stesso, mi sono avvicinato da poco.
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Nell’introduzione al volume, scritta da Luca Raffaelli, proprio alla fine c’è come una minaccia, e cioè che da questa “rabbia” potrebbe nascere un’idea diversa di mondo. E poi Raffaelli aggiunge: “Attenti”. Bene, sinceramente non vedo l’ora, e spero che la “minaccia” diventi molto reale. Perché è da tanto che leggo fumetti, da quando, per farmi stare buono sul vasino, mamma mi metteva in mano un fumetto e io rimanevo imbambolato e imprigionato dai colori e dai disegni. E anche se non sapevo leggere la fantasia si sprigionava in mille immagini e storie immaginarie tutte mie. Mi sono sempre piaciuti i fumetti. Immagini, colori, linee, bianchi e neri e retini, e tante storie. Reali, immaginarie, vere e verosimili, biografiche o assurde. Quando si ha la possibilità di mettere le mani su qualcosa di “diverso” è sempre fantastico. Zerocalcare in copertina in primo piano aiuta, ma tutti i disegni intorno accendono la fantasia, come una volta. Certo, da Zero sai già, bene o male, cosa aspettarti, mentre le tavole di Ratigher, di Filosa/Noce e di Hurricane, pur rimanendo nella “struttura classica” del fumetto raccontano in maniera diversa storie contemporanee, dal gusto forte. Più difficili le storie di Tso/Primosig, Nomisake/Trapani e Sonno, perché diverso il modo di raccontare, più libero e non vincolato a schemi di sorta. Anche se non le capisco, chi se ne frega, mi piacciono ugualmente. Ma la meraviglia di questo volume sono le tavole, e la storia, di Bambi Kramer. Fantastiche e indescrivibili, allucinanti, così come la storia narrata, essa stessa allucinante. Il senso di tutto lo fornisce, alla fine del libro, il testo e i fumetti di Valerio Bindi. Non rimane che sperare, per me, che questi autori, e anche altri, possano ancora pubblicare libri così, per riaccendere la fantasia, e per narrare in modo diverso.
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