Più che le ragazze di Kabul avrebbe dovuto intitolarsi le ragazze di Bamiyan in quanto di Kabul non c'è nulla. Da sempre affascinata dalla cultura afgana, ho deciso di acquistare questo libro e le parti migliori del racconto sono proprio nella vita di Parween e di un matrimonio hazari. Per il resto è una banale storia d'amore tra un'infermiera ed un soldato che fa da sfondo ad un'amicizia tra una donna americana e una afgana unite dalla passione per i rossetti. Abbastanza deludente la solita solfa degli americani tutti belli ed aitanti salvatori del mondo "come angeli caduti dal cielo" e dei talebani brutti e cattivi. Lo stile è elementare, abbastanza scorrevole e si legge velocemente, finito il quale non rimane però nulla, tranne forse il desiderio di leggere un libro migliore.
Due destini che si incrociano, sulle labbra il colore rosso della passione. Elsa è americana, ha ventidue anni e fa l'infermiera in un piccolo villaggio dell'Afghanistan. Ogni giorno i suoi occhi vedono povertà, dolore, orrore e devastazione. Ma Elsa è una donna coraggiosa e ostinata e continua a lavorare senza sosta. Si adatta ai costumi locali e indossa il burqa, senza però rinunciare alla sua grande passione: il rossetto. Nascosta sotto abiti pesanti, Elsa ogni mattina continua a colorare le sue labbra. Rosso ciliegia, malva, rosa, sfumature che l'aiutano a sorridere e ad andare avanti, anche quando la legge sanguinaria dei talebani arriva nel suo villaggio. Parween è una giovane e ribelle afgana, che come Elsa non si piega alla repressione del regime. I talebani le hanno ucciso il marito e lei vuole vendetta. Sarà proprio un rossetto, ritrovato per caso dopo la spaventosa esplosione di un autobus, a farle incontrare. È l'inizio di un'amicizia che cambierà per sempre la vita di entrambe.
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Anno edizione:2012
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