Residuati bellici
Roma e la guerra, la fine del fascismo, Roma "città aperta", i liberatori, la restaurazione; e le ripercussioni nel microcosmo della scuola, dei giochi, dell'iniziazione alla vita. Tempi turpi e tragici, di sofferenze e lutti collettivi e individuali, ma anche, a scoraggiare ogni fede nella moltitudine, anni di futilità, acquiescenza, indifferenza alla sorte altrui e brutalità all'occasione. Tempi del resto non dissimili dai nostri, per belliche analogie di cause ed effetti. Senza la minima nostalgia il racconto interroga infanzia, adolescenza e cattivi maestri sui dati d'origine di una personale riluttanza alla socialità, di un'ottuagenaria renitenza ad apprezzare la ragione sufficiente dell'esistente e i conforti anestetizzanti dell'unanimismo.
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Anno edizione:2008
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