Ogni libro di antropologia è, per sua natura, ai miei occhi un incanto. Ci sarà sempre una quantità considerevole di cose la cui esistenza ignoravo. E questo testo non fa eccezione. Eppure, è una sensazione del tutto personale, rispetto al tema che l'autore si è prefissato di seguire, non ho trovato il percorso sempre chiaro e definito. Alla luce del precedente testo letto, "Streghe e pagane" della Dashu, nel quale il filo del discorso era lineare e affilato come una lama (e sottolineo che parlo della struttura narrativa, non dei contenuti), questo di Truppi purtroppo, malgrado i nobili intenti, ogni tanto si perde nei meandri delle affascinanti pieghe della storia e della mitologia, lasciando indietro l'idea di base trainante. Ripeto, rimane un testo che sono felice di aver letto e ne consiglio caldamente l'acquisto, fosse solo per il capitolo sulla civiltà minoica, che ho adorato; tuttavia è risultato, a mia modestissimo parere, una navigazione preda delle onde.
Il respiro della dea oscura. Archeomitologia del femminino sacro
Il presente lavoro di archeomitologia nasce con l’obiettivo di indagare tradizioni, miti e culture del passato in cui si celerebbe un vero e proprio ribaltamento concettuale che ha portato, quasi ovunque, da una predominanza del femminino sacro a un dominio prettamente maschile e androcratico. Sarebbe infatti esistita una complessa fase di passaggio, alla fine del Neolitico, che riporta in modo inequivocabile un mutamento in cui un nuovo ordine di stampo patriarcale giunse a relegare l’ancestrale potere ctonio della Dea Madre entro i limiti di una dimensione ‘oscura’ e subordinata. In un composito universo di simboli e archetipi si staglia, infatti, una persistente figura di dea oscura che, con molteplici nomi e varianti, gli uomini e le donne del passato hanno a lungo venerato prima che le culture patriarcali la eclissassero. Dall’irriducibile Lilith alla tenebrosa Ecate, dalla terribile Medusa alla sinistra Morrigan, compresa finanche la figura del celebre re Artù, la multiforme dea oscura attende fiera di essere riscoperta. La sua presenza nascosta è un ancestrale e sommesso respiro che non ha mai smesso di sussurrarci.
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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CharlieFay 23 aprile 2024Il respiro della dea oscura. Archeomitologia del femminino sacro
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sergio l. duma 15 settembre 2022Un viaggio ancestrale affascinante
Era da parecchio tempo che non leggevo un saggio in grado di intrigarmi ed è accaduto con questo pregevole lavoro di Fabio Truppi che ha a che fare con l’archeomitologia. L’autore analizza miti e culture del passato, concentrandosi sul concetto del ‘femminino sacro’, legato a un universo femminile sovente represso dal dominio maschile. Tale universo è rappresentato dalle dee antiche presenti in varie culture e che sono versioni della cosiddetta Dea, un principio, appunto, femminile, complementare e nello stesso tempo opposto a quello del Dio maschile delle religioni monoteiste. Tuttavia, Truppi va oltre e, con l’accuratezza di un antropologo, analizza un altro aspetto del femminino sacro, quello della Dea Madre, che include, però, una versione più oscura e tenebrosa, collegata ai riti di fertilità e alla sessualità, spesso demonizzata dalla cultura cristiana. Dopo un’ampia disamina di questo elemento, Truppi ci conduce in un avvincente viaggio ancestrale, esaminando leggende greco-romane, celtiche ed etrusche, con una profondità sorprendente. Abbiamo, quindi, a che fare con un testo pregevole che sarebbe un vero peccato trascurare.
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