Napoli è una città che amo alla follia, e attraverso il punto di vista di Nello sono riuscita ad assaporarla appieno anche calata nel Seicento, grazie alle frasi più tipiche nella mente di uno scugnizzo. Ho apprezzato moltissimo il modo con cui l'autore ha scelto di integrare il folklore partenopeo - ben studiato e distribuito su tutti i personaggi - alla quest principale della narrazione, resa concitata dalle avvisaglie del Vesuvio che è pronto a scatenare tutto il suo potere distruttivo. Molto azzeccata la scelta di inserire dei capitoli di "trama secondaria", che creano un'ottima aspettativa nell'obiettivo finale di andare a disvelare i misteri che stanno alla base della vicenda.
Il rione dei raggiri
Napoli, 1631. Nei vicoli del rione, uno scugnizzo fa quel che può per tirare la carretta avanti. Nello è un mariuolo di second’ordine, sempre pronto a legare lacci di borselli e arraffare qualunque cosa gli capiti a tiro. Dopo uno scippo andato a male, si ritrova inseguito da un vecchio che non la conta giusta, tal Giambattista Basile, che pare abbia un lavoro per lui. Tentato da un guadagno facile, Nello accetta, ma un mistero incombe sul suo obiettivo, un orfano della ruota degli esposti come lui, che pare dotato di oscuri poteri dell’ombra. E quando la melliflua figura dello schiattamuorto si avvicina per separarlo dai suoi nuovi compagni, i raggiri del rione vengono a galla, e i cinque terrori minacciano di spazzare via la città intera.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:28 ottobre 2022
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Giorgia D'Aversa 08 gennaio 2025Napoli storica e folkloristica: che volete di più?
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Bee 06 settembre 2023Una magnifica storia sulla mitologia napoletana
“Il Rione dei raggiri” è un fantasy tutto napoletano, ambientato ai tempi della dominazione spagnola. L’autore parte da fatti storicamente veri: il periodo dei vicerè, l’Inquisizione spagnola, l’eruzione del Vesuvio che portò la popolazione a sfilare con San Gennaro per le città per chiedere la grazia. Il nostro protagonista è Aniello (Nello) Esposito, non è il classico eroe da fantasy, non è puro di cuore né tanto meno un santo, ruba per sopravvivere ed è dotato della così detta “arte di passarti addosso se ti vede svenuto a terra”, cioè la “cazzimma”. Quando scoprirà che le “sciocchezze” fatte di leggende e scongiuri, in realtà sono tutte storie vere, verrà trascinato in un qualcosa che forse, è più grane di lui. Qui il mondo fantastico della “mitologia napoletana” fatta di streghe, spiriti della casa e altre mille figure appartenenti al ventaglio delle numerose superstizioni campane si mischia alla realtà. Il risultato è una di fiction dove sacro e profano, storia e fantasia si mischiano trovando un perfetto equilibrio che rende la storia piacevole, scorrevole e divertente, senza togliere quella piccola riflessione sul mondo di Napoli, composto da numerose contraddizioni e dove, per “campare alla giornata”, bisogna sempre inventarsene una più del diavolo. La scrittura è tale che sembra di essere davvero lì, di sentire l’odore del mare, lo spagnolo che si mischia al dialetto, il vociare delle persone, mi ha fatto sentire a casa. Ci tengono a dirvi che sono presenti dei termini dialettali, ma si comprendono benissimo e purtroppo alcuni non possono essere tradotti perché perderebbero la forza che li costituisce ( un po’ come un incantesimo pronunciato male, non sai mai quel che potrebbe accadere ).
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