Ritratti italiani - Alberto Arbasino - copertina
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Letteratura: Italia
Ritratti italiani
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Descrizione


"Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti, Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi - da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e Manganelli e Berio -, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi, Tessa, Puccini, D'Annunzio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia letteraria." (Alberto Arbasino)

Dettagli

18 giugno 2015
560 p., Brossura
9788845930034

Valutazioni e recensioni

  • Filippo
    Arguto

    Ritratti italiani è un’opera che raccoglie la straordinaria capacità di Alberto Arbasino di osservare, raccontare e reinterpretare la società italiana. Pubblicato nel 1993, il libro è una galleria di personaggi che attraversano il mondo culturale, politico e artistico del Novecento italiano, tracciando un panorama vivido e caleidoscopico del nostro Paese. Con il suo inconfondibile stile arguto e raffinato, Arbasino offre una serie di ritratti che spaziano tra celebrità, intellettuali e figure meno note ma emblematiche. Ogni profilo è un intreccio di aneddoti, riflessioni e acutezze che mettono in luce non solo le caratteristiche del singolo individuo, ma anche i tratti distintivi di un’epoca e di una mentalità italiana. L’autore riesce a combinare una profonda erudizione con un’ironia leggera, creando testi che sono tanto illuminanti quanto divertenti. Ritratti italiani non è solo una raccolta di biografie, ma un’opera che celebra la complessità e le contraddizioni dell’Italia, offrendo al lettore uno specchio attraverso cui osservare il passato e riflettere sul presente. Un libro che si legge come un viaggio culturale e umano, guidato dalla penna di un maestro.

  • Vastissimo materiale umano e sociale che fotografa un’epoca storica di interesse estremo per me. L’Italia che si libera dalle macerie polverose della guerra e diventa borghese operaia intenta a sprovincializzarsi e a diffondere benessere, quest’Italia vista attraverso ritratti dei suoi esponenti più celebri. Almeno secondo il metro di Arbasino. Una cosa che mi piace tantissimo. Purtroppo Arbasino non è Montanelli. Gli manca la sintesi seppure graffi parecchio. Sembra che voglia imitare, nella forma e nel linguaggio, il miglior Gadda (la più convincente imitazione permanente dello stile di Gadda è di un altro sommo lombardo: il rimpianto e defunto Gianni Brera). Ma per scrivere difficile come Gadda bisogna essere Gadda, altrimenti son dolori per chi legge; e non basta la sterminata cultura che pur il erudito Arbasino possiede in dosi eccedenti. Così alla fine i contorni del ritratto vengono fuori con grande fatica tutta a carico del povero lettore. Tuttavia sono grato al borghese per diverse inedite e fulminanti osservazioni e sorprendenti rivelazioni: su Aldo Moro, Agnelli e le sue macchine, la rossa palombella morettiana accostata a Fellini, le felici stroncature di Antonioni e la geniale presentazione della Pseudo-Cultura, milanesità verso romanità per spiegare l’architettura di Gae Aulenti, il valore storico e letterario dell’epistolario di Flaiano re del postumo e del frammento, le insospettabili passioni letterarie della diva Sophia Loren, lo stile immediatamente comunicativo di Moravia dalla immensa produttività e vasto intelletto, e tanto altro di bello ancora... lo consiglio !

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Foto di Alberto Arbasino

Alberto Arbasino

1930, Voghera

Alberto Arbasino è stato narratore e saggista eclettico. Ha dato nei suoi scritti, da Le piccole vacanze (1957) a Fratelli d'Italia – del quale ha pubblicato tre differenti stesure (1963, 1976, 1993) – a Mekong (1994), un ritratto caustico e impietoso della società italiana del secondo Novecento. Assertore della 'gita a Chiasso' come antidoto al provincialismo culturale italiano ereditato dal fascismo, fu tra i sostenitori del Gruppo 63.Eccentrico, colto e curioso cronista della realtà sociale e culturale degli anni Sessanta e Settanta, ne lasciò un vivo ritratto nelle prime opere, che tendono a una giocosa mescolanza di generi letterari: dalle impressioni di vita fermate nelle pagine di Parigi o cara (1960), Grazie per le magnifiche rose (1965), Sessanta...

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