«Il divo Augusto attribuì una mirabile funzione all’obelisco che è nel Campo Marzio, cioè quella di catturare l’ombra del sole e di determinare la lunghezza dei giorni e delle notti». Scrive così Plinio parlando dell’obelisco di Psammetico II, portato a Roma nel 10 a.C. da Heliopolis in Egitto e trasformato nello gnomone della meridiana in Campo Marzio, tra gli attuali piazza del Parlamento, piazza San Lorenzo in Lucina e vicolo della Torretta. Gli obelischi sono parte integrante dell’orizzonte cittadino e della sua storia. Roma, infatti, è la città che ne conserva il maggior numero al mondo. La gran parte è stata portata nell’Urbe dall’Egitto, proprio a partire dall’epoca di Augusto, altri sono stati realizzati direttamente in epoca romana, altri ancora sono stati innalzati in epoca moderna a stabilire continuità con il passato e la “tradizione”. Dal loro trasporto alla collocazione in città, tra fortuna e sfortuna, innalzamento e restituzioni, un itinerario alla scoperta di storie, simboli e misteri di una delle forme più riconoscibili dell’orizzonte cittadino.
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Anno edizione:2020
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