I ventotto quadri che compongono la galleria sono montati a rovescio, o meglio, temporaneamente a ritroso. Quasi che siano, prima ancora che essere dipinti, tagliati a pezzi e ricomposti, cercando di dare loro nuova vita come a un Frankestein cartaceo ritagliato e ridisegnato. Non solo, ma della galleria che li dovrà ospitare non esistono ancora le pareti, la struttura. Nel senso che la storia, articolata per immagini, viene montata dopo, cercando un significato che possa legare, surrealisticamente parlando, le diverse scene. Come Max Ernst, che nel 1933 ritagliò incisioni da romanzi popolari e testi scientifici, per sovrapporli e combinarli in un collage che prese il nome di "Une semaine de bontè", si è cercato anche qui di creare mondi e personaggi irreali tenuti assieme da una trama ancor più irreale. Immagine e testo (volutamente scritto a posteriori, come detto, delle immagini realizzate senza logica) fanno parte di quel "Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero..." proclamato nel manifesto surrealista nel 1924.
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Informazioni:
Castiglione dei Pepoli, Trore di Babele, 2018, 8vo quadrato, spillato, pp. (36) ill.
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Anno edizione:2018
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In commercio dal:20 novembre 2018
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