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Il nuovo e straordinario romanzo di Fernando Aramburu dopo il successo internazionale di Patria.
«Un romanzo magistrale, che volerà alto e lontano» - Babelia - El País
«Fernando Aramburu racconta, con acuta leggerezza, la lotta di un uomo solo, Toni, irriverente eroe che ci cattura pagina dopo pagina con ricordi smaglianti del passato e la divertita amarezza del presente» - Paolo Lepri, Corriere della Sera
«Uno splendido romanzo umanista sulla dignità e la speranza«» - El Períodico
«Hai sentito parlare della Madrid di Fernando Aramburu? Ancora no, ma possiamo aspettarci che diventi famosa come la Dublino di Joyce, la Barcellona di Montálbn o la Corfù di Durrell» - Esquire
Toni, un insegnante di liceo in collera col mondo, decide di porre fine alla propria vita. Meticoloso e sereno, ha scelto la data: di lì a un anno. Fino ad allora, ogni sera scriverà, nell'appartamento che divide con la cagnolina Pepa e con una raccolta di libri da cui inizia gradualmente a separarsi, una cronaca personale, cinica e disincantata, ma non per questo meno tenera e spiritosa. Cerca, in questo modo, di capire le ragioni della propria decisione radicale, di analizzare ogni minimo dettaglio intimo della propria esistenza, di confrontarsi con il proprio passato e le tante vicende quotidiane di una Spagna politicamente travagliata. Appariranno, sezionati con un bisturi implacabile, i genitori, un fratello che non sopporta, l'ex moglie Amalia, dalla quale non riesce a staccarsi, e il figlio problematico Nikita; ma anche il mordace amico Bellagamba e un'inaspettata fiamma di gioventù. E, nel susseguirsi degli episodi amorosi e famigliari di questa avvincente costellazione umana, Toni, uomo disorientato che tenta di comprendere e accettare i propri fallimenti, infonde, paradossalmente, un'indimenticabile lezione di vita.
Un racconto pesante che fatica veramente ad appassionare. Aggravante, la corposità.
E’ straniamento la parola che si addice di più per descrivere i Rondoni, l’ultimo romanzo fiume di Fernando Aramburu concettualmente diverso da tutta la precedente produzione letteraria. Abbiamo, infatti, conosciuto lo scrittore basco con Patria, romanzo epocale ( ed epico), ben strutturato, liricamente corale, con un apparato narrativo, focalizzato storicamente, basato su specifiche tematiche di natura politico-sociale afferenti un’intera comunità attanagliata da odio e fanatismo. I rondoni si presenta al contrario come un’opera intimista, una disincantata riflessione sull’essere umano con tutte le sue fragilità e debolezze, un racconto di solitudine in cui la quotidianeità si manifesta senza i clamori dei grandi eventi della storia che, sotto la spinta propulsiva ideologica, sono in grado di cambiare le sorti di un’intera collettività. Aramburu, per oltre 700 pagine, riesce con parossismo, ironia e profondità a celebrare la magnificenza della vita attraverso una storia il cui fine è sin da subito centrato e finalizzato al suicidio. Diversi nel libro gli omaggi( diretti ed indiretti) tra cui spiccano quelli a Camus, Catullo, Hannan Arendt e molti altri. Scritto in prima persona i Rondoni si profila come un romanzo esistenzialista moderno impreziosito da alcuni artifici pirotecnici prosaici, dove i diversi piani temporali si fondono con maestria nella narrazione, evidenziando, tra l’altro, una capacità di saper affrontare con leggerezza e sensibilità pensieri filosofici complessi. Delicato, penetrante, illusorio, psicoanalitico, introspettivo, dolente, ironico, leggero, profondo, scorretto, empatico come Antoine Roquentin ed alessitimico come Meursault, I rondoni è un libro che non si dimentica perché dà parola alla condizione umana nella sua singolarità ed unicità in relazione ed antitesi ai macro sistemi in cui si declinano i concetti di massa, mettendo a nudo la materia del nostro essere fatta di infinite contraddizioni e mille fragilità.
libro sensa senso , ne capo ne coda . se Toni proprio si vuole suicidare ,lo faccia senza parlarsi addosso per 700 pagine. Almeno il lettore non perde cercando invano qualcosa che non ariva.
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