Ottimo libro di DeLillo, copertina splendida e azzeccata
Rumore bianco
Rumore bianco è diventato uno dei romanzi piú influenti e amati dagli scrittori delle generazioni successive, a partire da David Foster Wallace e Jonathan Franzen, e tanti altri autori anche italiani.Da questo libro il film di Noah Baumbach con Adam Driver.
«Rumore bianco è in grado di scatenare un proselitismo al limite dell’ossessione: dopo averlo letto vorresti condividere l’esperienza con chiunque e parlarne con chi ti capisce». - Veronica Raimo
Fin dalla sua prima apparizione nel 1985, Rumore bianco di Don DeLillo si è imposto come un vero e proprio romanzo di culto, apice del postmoderno americano: non a caso il successo di critica e di pubblico culminò con la vittoria del National Book Award. Meno scontato era prevedere che nei decenni successivi Rumore bianco avrebbe continuato a essere la piú precisa, divertente e inquietante mappa per orientarsi nei tempi nuovi e sconosciuti in cui la civiltà occidentale stava entrando. È come se, nei quasi quarant’anni che ci dividono dall’uscita del libro, la realtà si fosse messa di impegno per adeguarsi e coincidere sempre piú con l’immaginazione di DeLillo. Oggi piú che mai quelle di Rumore bianco sono le pagine a cui tornare per fare i conti con la nostra ossessione per le merci, la fascinazione per i disastri, la dipendenza drogata dall’informazione, il terrore in tutte le sue varianti, la paura che come una frequenza bassissima penetra costantemente nelle nostre vite, «onde e radiazioni», «il culto delle star e dei morti». Ma questo classico moderno è anche, e qui sta ulteriormente la grandezza di DeLillo, la satira feroce di chi ama i concetti piú delle persone, una commedia famigliare esilarante, la tenerissima storia di un matrimonio, sghembo e fallibile, umano e pieno d’amore.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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bonenico 04 aprile 2024
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Premettendo, per onestà intellettuale, di non essere un grande estimatore della letteratura americana, ogni mia riluttanza ha ceduto davanti a questo libro. Pubblicato nel 1985, è più che mai attuale e le sue innumerevoli istanze non fanno che ribadire la parola d'ordine della società moderna: delirio rispettabile o meglio cancrena ideologica. De Lillo riesce con feroce discrezione a imbastire la "commedia umana" della fine del ventesimo secolo, peccato che in questo caso invece che di commedia sarebbe più esatto parlare di follia, portata alla luce con maestria allucinante in un grottesco ritratto dell'America contemporanea. Durante la lettura la sensazione è quella di camminare per le strade di una società che non vive ma vegeta in uno stato di oppiacea incoscienza, consapevole della propria abiezione ma priva della forza di rifiutarla. Il risultato è senza dubbio straordinario, l'unica pecca consiste nel fatto che questo senso di assurdo, che pervade il libro, rende la lettura straniante, necessariamente straniante, ma di conseguenza non sempre piacevole.
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Enrico Caramuscio 28 maggio 2012
Le nobili intenzioni di DeLillo di mettere in evidenza i difetti di una società contemporanea fin troppo legata al materialismo e al consumismo vanno a cozzare contro una trama confusionaria e poco interessante e a personaggi privi di carisma e personalità. Le stesse critiche al mondo moderno sembrano retoriche e banali e peccano di saccenteria, inoltre non vengono sviluppate a pieno e restano a galleggiare nella confusione generale. Un vero peccato perché gli elementi per un buon libro non mancano. In una cittadina della provincia americana troviamo una famiglia eterogenea, dove i genitori vengono da diversi matrimoni falliti e vivono in un intreccio di figli provenienti da queste varie unioni, in una casa che somiglia ad un porto di mare, dove l’importanza del proprio status quo la fa da padrona. Ma le certezze legate al lavoro, agli affetti, alla sicurezza economica affondano di punto in bianco quando irrompe un disastro naturale scatenando un turbine di paure e sospetti e portando a galla impensabili timori e sconcertanti verità che sfociano in drammatiche conseguenze. Purtroppo l’autore sembra perdere di mano la trama, rimbalza confusamente da un fatto all’altro, da una paura ad una certezza, da personaggi che per un attimo sembrano pienamente sicuri di se per poi perdersi un secondo dopo in banali paure e clamorose contraddizioni. Si salva un po’ lo stile, grazie ad una prosa tutto sommato interessante, briosa e piacevole con qualche sprazzo virtuoso. Ma lo stile non basta a coprire le lacune di un libro pretenzioso ma notevolmente privo di charme e di contenuti.
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