Libro molto interessante che ti porta a spasso in oriente facendoti conoscere realtà molto diverse dalla nostra riuscendo a strapparti un sorriso nonostante il sottofondo tragico di privazione delle libertà
Santi e bevitori. Un viaggio alcolico in terre astemie
Per curare l’alcolismo c’è chi si fa ricoverare in una struttura specializzata, chi si affida a una terapia farmacologica, chi ancora pratica una ferrea astinenza. Lawrence Osborne ha una ricetta più originale: intraprendere un viaggio nel mondo islamico per studiare come vivono gli astemi e scoprire se da loro si può imparare qualcosa. L’esperienza sarà illuminante, temeraria e – per la gioia di noi lettori – sempre irresistibilmente spassosa. Accompagneremo Osborne a caccia di una birra a Surakarta, presidio indonesiano di al-Qaida, dove, sotto un ritratto di Osama bin Laden, un gruppo di studenti biancovestiti cercherà di convincerlo che l’alcol è «una malattia dell’anima». A Mascate lo seguiremo nell’affannosa ricerca di una bottiglia di champagne per brindare al nuovo anno, mentre la sua vita di coppia sperimenta impreviste dinamiche dettate dalla sobrietà forzata. E trepideremo per lui a Islamabad, quando si lancerà nella sconsiderata «avventura culturale» di ubriacarsi «in uno dei paesi più pericolosi e ostili all’alcol» della terra. Ma, davanti a un bicchiere, tutto il mondo è incline al paradosso: prova ne sono le cosiddette dry towns del New Jersey o certi sobborghi inglesi, dove fino a pochi decenni fa la «cultura suburbana dell’alcol» era l’antidoto alla «cultura urbana della droga». E al termine di questo rocambolesco tour ci apparirà lampante che lo scontro di civiltà tra Oriente e Occidente altro non è che il riflesso di due approcci diametralmente opposti alla vita – temperanza e sregolatezza, continenza e dissolutezza, con i loro paladini, astemi e bevitori, per sempre affiancati «in uno spirito di reciproca incomprensione».
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Anno edizione:2024
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FF 06 giugno 2025libro curioso
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Se 09 gennaio 2025ubriacarsi può essere un’avventura culturale
Un libro interessante e originale, mescolando inchiesta e narrazione, descrive uno "spaccato" sull'approccio del mondo islamico al consumo di alcol. Osborne ti porta in viaggio con lui, da Beirut ad Islamabad, alla scoperta di paesaggi, culture e tentazioni (più o meno alcoliche).
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Luca 02 gennaio 2025
Che Lawrence Osborne scriva bene, con stile secco come un dry martini e gustoso come un whisky torbato, è un'ovvietà, ma ciò che personalmente più gli invidio non è tanto la penna quanto il fegato, e intendo proprio nel senso del molliccio ghiandolone multilobato che ogni giorno ci aiuta a metabolizzare i trigliceridi e altre schifezze, perché per resistere al tasso alcolico esibito in questo sapido volumetto occorre avere prestazioni epatiche di altissimo livello. Oltretutto, il fegato di Osborne è invidiabile anche in senso metaforico, perché i suoi inebrianti exploit avvengono in alcune delle non poche zone del mondo in cui bere alcolici è atto temerario che espone chi lo compie a gravi rischi per la propria incolumità, quindi forza Lawrence, continua a ingurgitare ogni bicchiere anche alla nostra salute, come un presidio ai liquidi avamposti della civiltà.
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