Una scomoda eredità. L'africano negli studi antropologici fra Otto e Novecento
Nell’intento di indagare come possano emergere forme di pregiudizio razziale anche in chi, razionalmente, non le riconosce come proprie, l’autrice ripercorre la storia del pensiero antropologico italiano sugli africani a partire dall’analisi degli articoli pubblicati fra il 1871 e il 1940 dalle due principali riviste antropologiche italiane, l’«Archivio per l’antropologia e l’etnologia» e la «Rivista di antropologia». Il modo in cui le metodologie elaborate in epoca positivista per gerarchizzare le «razze umane» venivano utilizzate ancora alla fine dagli anni Trenta nei territori dell’impero fascista è poi esemplificato dall’operato del probabilmente più entusiasta fra i tanti antropolgi al servizio del regime, Lidio Cipriani, osservato e descritto dal diario del suo assistente durante la sua ultima missione africana. Dallo spaccato della quotidianità dell’occupazione italiana in Africa orientale che quel diario fornisce, il discorso si allarga all’applicazione pratica che le teorie razziali ebbero in Africa, fino a interrogarsi su quanto quelle pratiche abbiano contribuito a plasmare il filtro attraverso cui generazioni di italiani hanno visto e vedono gli africani.
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Anno edizione:2025
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In commercio dal:11 aprile 2025
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