un pochino prolisso
Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale. Il futuro geopolitico del pianeta
Da quando, nell'estate del 1993, pubblicò un suo saggio sulla rivista «Foreign Affairs», le tesi di Samuel P. Huntington sugli scenari geopolitici mondiali sono al centro del dibattito e influenzano tutte le discussioni di politica internazionale. In questa più ampia e approfondita analisi quelle ipotesi vengono sviluppate affrontando anche i temi della proliferazione degli armamenti, dello sviluppo demografico e dell'emigrazione, della democrazia e dei diritti umani. Per lo studioso americano la storia non è affatto finita con il crollo del comunismo. Oggi, conclusa la Guerra fredda, gli esseri umani non si definiscono più in base all'ideologia o al sistema economico in cui operano, ma cercano di definire la loro identità in base alla propria lingua e religione, alle proprie tradizioni e costumi. Di conseguenza, la politica mondiale si sta riconfigurando secondo schemi culturali. Più precisamente, i «punti caldi» dello scacchiere internazionale si trovano tendenzialmente lungo le «linee di faglia» tra le diverse civiltà del pianeta. Negli ultimi anni questa tesi è stata tragicamente confermata. In questo scenario multipolare, dove emergono con grande evidenza lo sviluppo demografico dei paesi musulmani e l'ascesa della Cina, come potranno convivere le diverse civiltà? E quale può essere il ruolo della civiltà occidentale e dei suoi valori? Attraverso un lucido e informatissimo panorama delle forze che governano la politica mondiale, "Lo scontro delle civiltà" offre uno strumento per capire il mondo in cui viviamo.
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Autore:
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Edizione:17
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Anno edizione:2000
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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cri 10 settembre 2022non male
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MATTIA LOJERO 05 maggio 2016
Huntington parte da un suo articolo del 1993 su Foreign Affairs per analizzare il mondo post bipolare, in risposta alla teoria elaborata da Francis Fukuyama sulla "Fine della Storia". La teoria cardine del saggio è che ai conflitti di natura ideologica che hanno segnato il Secolo Breve si sostituiranno quelli caratterizzati da una matrice religiosa e culturale. Il libro è ben scritto e le argomentazioni sono convincenti, ma ad un'analisi più attenta si noterà come l'autore per sostenere le sue tesi commetta una serie di errori non da poco, tutti connotati sopratutto dal confrontare concetti diversi su uno stesso piano: tipicamente confronta etnie con religioni, religioni con culture, aree geografiche con aree religiose. Rimane comunque un libro da leggere per la capacità dell'autore di analizzare correttamente il momento di passaggio dal Secolo Breve al periodo che stiamo vivendo ora.
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