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Scusate l'amore. Poesie 1915-1925. Testo russo a fronte - Marina Cvetaeva - copertina
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Scusate l'amore. Poesie 1915-1925. Testo russo a fronte
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Scusate l'amore. Poesie 1915-1925. Testo russo a fronte - Marina Cvetaeva - copertina

Descrizione


Più di ogni altra espressione poetica, e molto più degli altri grandi poeti russi del primo Novecento, la poesia di Marina Cvetaeva è caratterizzata da una straordinaria aderenza alle ragioni del sentimento, che pare impastare di sé ogni suo registro linguistico. Del resto, la stessa Marina scriveva: "La lirica pura vive di sentimenti. I sentimenti sono sempre uguali a se stessi. Non hanno evoluzione, come non hanno una logica. Ci sono stati ficcati dentro il petto - come fiamme di una torcia - fin dalla nascita". Anche per questo motivo, di particolare interesse è questa antologia di poesie d'amore, che se da un lato si offre come paradigma di un'anima costantemente in cerca di un 'tu' per potersi completare nel nome della grande passione, dall'altro diventa anche la cronaca spirituale di uno scacco esistenziale, che solo attraverso l'arte, attraverso la lingua della poesia, riesce a trovare la sua più autentica, e forse unica, sublimazione. I destinatari di queste poesie sono uomini e donne, amici e sconosciuti, persone reali o idealizzate: il marito Sergej Efron, la poetessa Sof'ja Parnok, i poeti Blok, Kuzmin e Pasternak, gli amanti avuti negli anni dell'esilio che non si sono mai rivelati all'altezza di una donna che chiedeva all'altro il "miracolo" della passione d'amore, perché "io devo essere amata in modo del tutto straordinario per potere amare straordinariamente".
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Dettagli

2013
Tascabile
31 gennaio 2013
155 p., Brossura
9788836813575

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Io ci sono. Tu - ci sarai. Ci divide un abisso. Io che bevo. Tu - che riardi. Come fare a trovarci? Dieci anni, anzi no, centomila ci separano. I ponti Dio non li fa. è il mio comandamento. O almeno và per la tua strada e lasciami crescere. Io ci sono. Tu - ci sarai. Tra dieci inverni tu mi dirai: , ma io:

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Marina Cvetaeva

1892, Mosca

Figlia di un eminente filologo e di una musicista, ricevette una raffinata educazione artistica e cominciò prestissimo a scrivere versi. Nel 1911 sposò uno studente di filosofia, Sergej Efron, che allo scoppio della rivoluzione si arruolò tra i Bianchi. Nel 1922 seguì il marito a Praga e poi si trasferì a Parigi. Tornata in Unione Sovietica nel 1939, fu osteggiata dalle autorità; in preda a una profonda crisi depressiva, si suicidò due anni dopo. Dopo i primi volumi di poesie (Album serale, 1910, e Lanterna magica, 1912), ancora immaturi, serbò un lungo silenzio fino al 1922, anno in cui uscirono contemporaneamente, a Berlino, le raccolte Versi a Blok, Congedo, Psiche, Verste, e il poemetto Lo zar-fanciulla, seguito da Il mestiere (1923)...

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