Stefano Bartezzaghi, sì proprio lui, quello dei cruciverba nonché giornalista e semiologo prende spunto dal terzo articolo della Costituzione per trattare del rapporto tra parole e razzismo, sesso e religione. Contiene alcune riflessioni interessanti, come il celebre monologo/esortazione "fateci caso" e la discussione sull'opportunità o meno della rimozione della parola "razza" dal nostro vocabolario e dalla Costituzione.
Senza distinzione. Di sesso, di razza, di lingua
Quale linguaggio si parlerebbe in una società realmente paritaria? Le parole offensive sarebbero proibite o nessuna parola sarebbe considerata di per sé offensiva? Basterà far diventare "razza" una parola vietata per far sparire i razzisti? Chi è malato e chi è in grado di curare, tra noi e la parola? "Chi parla male, pensa male e vive male" è una massima sensata o è lo sfogo violento di un personaggio nevrotico? Le parole sono poi così importanti? È ponendosi domande come queste che Stefano Bartezzaghi cerca i presupposti delle idee che vanno diffondendosi sul linguaggio e sui modi con cui vi si rappresentano i rapporti sociali. Attraversa così i territori dei tabu e degli stereotipi, delle identità e delle categorie, delle distinzioni e della cura della lingua, della forza e del potere della parola. Porta con sé due sole convinzioni: che le parole sono cose e che le parole sono cose che cambiano.
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Anno edizione:2022
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gigateo 08 marzo 2022SENZA DISTINZIONE
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