Un breve racconto di un commerciante di bachi da seta nel lontano 1800. Il racconto di un uomo che legato al suo lavoro, trovo in questo l'esigenza di evadere per incontrare ad ogni viaggio che farà in Giappone, una giovane donna, alla quale si unirà solo in maniera platonica. Mi ha fatto molto riflettere un tratto del romanzo in cui sente nostalgia di un qualcosa che non avrà mai vissuto, di una donna della quale non ha nemmeno sentito la voce. Al suo fianco troviamo sua moglie Helene, figura di spicco seppur silenziosa, i cui piccoli gesti nei confronti del marito denotano quanta cura avesse per lui e quanto amore, un amore semplice, comune, non banale, l'amore fatto della presenza costante. una donna di spiccata intelligenza che comprenderà rapidamente il distacco emotivo del marito dopo ogni viaggio e regalerà lui un biglietto scritto in giapponese, nel quale si fingerà la giovane donna incontrata in Giappone. Solo col tempo il protagonista scoprirà questo gesto e solo allora, vivrà mettendosi in pace l'anima, apprezzando senza troppe emozioni la sua vita quotidiana. Mi hanno fatto tenerezza entrambi i personaggi protagonosti di questo racconto, sia Herve Joncour per il trasporto mentale che prova senza mai aver assaporato nulla di più, sia sua moglie, per l'accettazione di quella distrazione che si protrae nel tempo. Avrei preferito avere maggiori dettagli su come Helene sia venuta a conoscenza di questa giovane amata del marito. Consiglio questo libro a chi abbia voglia di passare un paio d'ore in compagnia della maestria poetica di Baricco.
