Seven

Il pianista, compositore e cantante Cameron Graves chiama thrash-jazz la musica che ha architettato per la sua nuova uscita su Artistry Music/Mack Avenue Music Group, anche se è solo l’inizio del racconto della sua storia. Ad un primo ascolto, la forza e la precisione di “Seven” possono travolgerti. Dopotutto, Graves è cresciuto nella Los Angeles ricca di metal, facendo headbanging ai concerti dei Living Color da ragazzino e, dopo essersi immerso per anni negli studi jazz e classici, riaccendendo il suo amore per l'hard rock attraverso dischi di Pantera, Slipknot e i titani svedesi Meshuggah.
Ma al di là della sua nuova e impavida alchimia musicale, “Seven” permette a Graves – alias Planetary Prince – di esplorare ulteriormente la sua profonda passione per una serie di argomenti correlati a teologia, astronomia, astrologia e arti marziali. Uno studente devoto del misterioso Libro di Urantia e della sua missione di "spiegare la profondità dell'universo spirituale e dell'universo fisico insieme", Graves ha reso omaggio con il titolo dell’album alle sette tradizioni spirituali globali.A testimonianza del suo fervore e della sua abile tecnica, Graves guida il suo assalto thrash-jazz dal pianoforte acustico piuttosto che dal sintetizzatore, anche se riceve un potente aiuto da una band di cui non può fare a meno di vantarsi. Graves definisce Colin Cook, il cui modo di suonare armonicamente ingegnoso e veloce può evocare Allan Holdsworth, un “dio della chitarra”. Graves ha sviluppato una connessione telepatica con il batterista Mike Mitchell durante il tour con Stanley Clarke. Attraverso Mitchell, Graves si è unito al bassista Max Gerl, le cui orecchie brillanti e l'impeccabile sensazione del ritmo lo collocano in una straordinaria schiera di bassisti con cui il pianista ha collaborato, tra cui Thundercat, Hadrien Feraud, Mosley e, naturalmente, Clarke.