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La scoperta del male, la perdita dell'innocenza. Prefazione di Stephen King.
«Per me, "Il Signore delle Mosche" ha sempre rappresentato ciò per cui sono fatti i romanzi, ciò che li rende indispensabili. Dobbiamo aspettarci divertimento dalla storia che leggiamo? Certo. Un atto dell'immaginazione che non diverte è un atto decisamente mediocre. Ma deve esserci di più. Un romanzo ben riuscito deve annullare il confine tra scrittore e lettore, così che l'uno possa fondersi nell'altro» – dalla prefazione di Stephen King
Nel corso di un conflitto planetario, un aereo precipita su un'isola deserta. Sopravvivono solo alcuni ragazzi, che provano a riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti. I primi tentativi di dare vita a una società ordinata hanno successo, ma presto esplodono tensioni latenti ed emergono paure irrazionali e comportamenti asociali: lo scenario paradisiaco dell'isola tropicale si trasforma in un inferno. «Il Signore delle Mosche» (il titolo, scelto da T.S. Eliot, allude a Satana) è un romanzo a tesi in cui Golding si serve delle forme dell'utopia negativa ("distopia") per mettere a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana ed esporre la sua concezione del mondo e dell'uomo. Età di lettura: da 12 anni.
é molto bello
Romanzo pazzesco. Dovrebbe essere un romanzo di formazione per ragazzini, ma è perfetto e forse più interessante per gli adulti.
Attirata dal famoso titolo del libro mi sono immersa nella lettura...e sono rimasta delusa! L'idea di un mondo senza più ragione, confusione, voglia di potere, violenza insensata e a non finire pur di prevalere sono dinamiche purtroppo molto reali e per questo molto spaventose, ma la lettura non scorre veloce e risulta pesante. Per quanto la trama,il tema portante, possa essere avvincente manca qualcosa nello scorrere delle pagine.
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