Libro che dà alcuni spunti davvero interessanti e che parla in modo filosofico senza essere noioso o peggio spocchioso ma con alcuni eccessi che a fatica tollero. Amo Michela Marzano e avevo già letto un altro libro da lei scritto, la ascolto sempre con piacere in tv e ai festival. Ma a volte esagera, come quando generalizza sul tema della pornografia. Però è interessantissima l'idea del tabù della vecchiaia nella società dell'apparire. Una riflessione comunque interessante e una bibliografia ricca per approfondire ulteriormente i temi. Poteva essere più lungo probabilmente e anche più approfondito, ma dò merito che si tratta di qualcosa di estremamente divulgativo e serve più a provocare delle domande che ad analizzare il fenomeno. I filosofi del resto fanno questo :)
Sii bella e stai zitta. Perché l'Italia di oggi offende le donne
"Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d'avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile. Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate 'madri indegne', abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate 'fallite' o 'incomplete' quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l'unico modo per avere successo nella vita sia 'essere belle e tacere'? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un'ideologia retrograda che vorrebbe spostare l'orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta? La filosofia è un'arma efficace e potente, l'unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o zittirle." (Michela Marzano)
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2012
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Questo libro della filosofa Michela Marzano mi ha davvero affascinata e fatto riflettere. Il tema principale del libro è riguardante la donna. Sono presenti importanti riflessioni sulla sua immagine, percepita dalla società, e discussioni sul ruolo ricoperto. Si parla di stereotipi e di aspettative sull'immagine della donna. Donna che seve essere bella e che non deve "ribellarsi" alle decisioni dell'uomo. Donna che deve essere necessariamente madre per sentirsi realizzata e per rendere positiva l'idea che si ha di lei. Ho apprezzato particolarmente la sezione sulla pornografia. Purtroppo troppo spesso la donna é costretta ad utilizzare il proprio corpo per realizzarsi nel lavoro e in molti altri ambiti. Da non sottovalutare la parte in cui si parla di donna visto come oggetto per soddisfare i desideri maschili, ma che allo stesso tempo risulta anche essere intrappolata in numerosi tabù. La Marzano scrive in modo dettagliato ma, a mio modesto parere, mai noioso. Il linguaggio, a tratti molto tecnico, è comunque molto scorrevole. Sono rimasta piacevolmente colpita dal suo modo di affrontare l'opinione pubblica e di parlare di stereotipi radicati e interiorizzati dalla nostra società. Consiglio questo saggio a tutti i ragazzi che studiano sociologia perché è un valido strumento di apprendimento. Ma lo propongo anche a chi ha voglia di informarsi su questa tematica fin troppo delicata.
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MASSIMO CASTELLI 17 giugno 2010
Anche questo libro posiziona la donna nel ruolo della vittima a tuttotondo. Mi dispiace, ma se vogliamo fare delle analisi serie e davvero attuali sulla condizione del femminile in Italia questo punto di partenza è troppo sbilanciato e in alcuni casi ridicolo. L'autrice tratta le donne come fragili, infantili, prive di autostima, ingenue e via dicendo, sottoposte alle violenze della creatura a lei opposta: l'uomo, o meglio il maschile. L'Italia è assolutamente il paese delle donne, a proposito non accetto smentite. Badate, ho detto delle donne, non per le donne. Significa che l'italiano medio (uomo o donna) corrisponde al femminile e alla donna un'importanza esagerata e malata, figlia della dottrina della "madre santa e immacolata" che da noi ha un peso enorme e influisce sul comportamento e l'atteggiamento di entrambi i sessi con risultati spaventosi e osceni. L'uomo fin da piccolo è spinto a galanterie artificiali, dimostrazioni di interesse esasperato e ad un rispetto dell'onore, sia il proprio che quello di lei, che si raggiunge solo nella scala gerarchica di una cupola mafiosa. In questo modo prima o poi perderà i freni che una società femminocentrica gli ha messo addosso e la violenza si farà viva. La donna, da parte sua, è circondata sin dalla tenera età in un'atmosfera di irrealtà sfrenata dove abita una principessa a cui tutto è e sarà dovuto, in lei la prepotenza, la saccenza e una dose di antipatia non male albergherà insieme all'idea della bellezza, la propria e quella riflessa delle altre. La donna non ha colpe per la situazione in cui si trova? perderebbe volentieri questo predominio nei mass media? Si sbarazzerebbe così facilmente della sua immagine nella società italiana? Quest'ultima domanda è la più interessante perchè si noterà che dal dopoguerra ad oggi, in Italia, il corpo femminile non ha fatto altro che scalare con successo tutte le vette della società, costruendo la sua stessa enorme iattura condensata nella massima: "la donna è la bellezza" Il nostro paese è infatti quello che ogni settembre vede in prima serata sul primo canale della televisione pubblica il grande concorso di bellezza femminile "Miss Italia", ma ce ne sono molti altri come "Miss muretto" e "Miss Padania" trasmessi invece da reti private, sempre in prima serata. Non c'è l'ombra di un concorso maschile, e ciò non a caso. La grande responsabilità della bellezza, una delle rare gioie dell'esistere, in Italia è stata messa sulle spalle delle donne, e queste non solo hanno accettato il velenoso dono ma hanno monopolizzato tutto lo spazio disponibile facendo nascere in loro problemi di natura psichica e fisica rilevanti. Si può concludere che le donne italiane non brillano per intuito altrimenti questo ed altro ad esso correlato l'avrebbero capito da un pezzo, magari guardando come in molti altri paesi, non solo nordici, anche gli uomini e il maschile sono visti come "bellezze" senza alcuna riserva di smorfiosa. Ma, l'autrice lo sappia, la vanità della donna italiana è ormai tale che chissà quando migliorerà la sua stessa situazione. Ai posteri....forse.
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