L'ho letto più volte, in periodi diversi della mia vita e ogni volta mi ha trasmesso tanto ed ogni volta mi sorprendo di quanto male c'è stato nel passato. A mio parere è un libro che si può far leggere anche ai ragazzi di terza media senza propinare il solito libro sull'olocausto. Consiglio tantissimo
Il silenzio dei vivi. All'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione
Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia. Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della riscossa. È per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute per raccontare il suo dramma.
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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marty_ardy 19 ottobre 2022Reale
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Il silenzio dei vivi di Elisa Springer è un libro che fa riflettere e tocca particolarmente grazie alla testimonianza di una donna che a 26 anni viene deportata ad Auschwitz. Sebbene si possa trattare di eventi molto discussi e ridiscussi sono rimasta piacevolmente colpita da questo racconto perché ti offre un punto di vista del tutto personale. Leggendo pagina dopo pagina è come se avessi avuto la sensazione di avere una persona al mio fianco che mi stesse raccontando la propria vita, aggiungendo alla storia che ormai tutti conosciamo anche curiosità e particolari per niente scontati. Libro consigliatissimo, non ti annoi mai.
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barbara cantarone 10 marzo 2017
Elisa Springer, figlia di commercianti ebrei nasce a Vienna. A seguito delle persecuzioni ebraiche in Austria si rifugia in Italia nel 1940, ma denunciata alle SS da una donna italiana, viene arrestata e deportata ad Auschwitz all'età di 26 anni. Qui comincia il suo inferno, vive le atrocità del regime nazista, una vita fatta di umiliazioni e sofferenze, fino quasi a spersonalizzarsi. Sarà la sua infinità forza d'animo che le consentiranno di resistere a tutto ciò e salvarsi. Elisa sopravvive e si costruisce una nuova vita in Italia avendo anche un figlio. Come molti altri reduci dai campi di sterminio soffoca il suo dolore nel silenzio, nasconde sotto un cerotto il marchio tatuato nel campo di Auschwitz sull'avambraccio. Il suo silenzio dura a lungo finchè suo figlio Silvio, cercando di scoprire la verità sul passato di sua madre. Ed è così che Elisa, ormai settantottenne decide di parlare per non dimenticare a quali aberrazioni può condurre l'odio razziale e l'intolleranza. Il racconto dei giorni trascorsi nei campi di concentramente oltre ad essere una sorta di "liberazione" per le, parla anche alla coscienza di ogni suo lettore. Un libro meraviglioso carico di forza e veramente commovente. Lo consiglio.
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