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Anno edizione: 2021
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«Il grande Achille. Il luminoso, splendido Achille; Achille simile a un dio. Ma Achille, per noi, era solo un macellaio.»
«Adesso le donne si raccontano. Sono state silenti per secoli pur contribuendo al progresso e all'educazione degli eroi poi celebrati nei poemi. Da oggi forse, grazie a scrittrici come Pat Barker, possiamo permetterci di coltivare altri sogni» – Serena Dandini
Quando Lirnesso viene conquistata dai Greci, Briseide, sopravvissuta al massacro della sua famiglia, viene portata via dalla città come un trofeo e consegnata ad Achille. A diciannove anni diventa concubina, schiava, infermiera, assecondando qualunque necessità dell'eroe splendente. Ma non è sola. Insieme a lei innumerevoli donne vengono strappate dalle loro case e consegnate ai guerrieri nemici. Ed è cosí che confinate nell'accampamento – e nella tenda di Achille – Briseide e le sue compagne assistono alla guerra di Troia e raccontano ciò che vedono. Da Agamennone a Odisseo, da Achille a Patroclo, da Elena a Briseide, Pat Barker costruisce un romanzo memorabile e sovversivo in cui dà finalmente voce alle donne relegate nelle retrovie della Storia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
In questo romanzo Pat Barker riscrive la vicenda della guerra di Troia dal punto di vista di Briseide, moglie del re Minete. Il racconto ha inizio dalla caduta di Lirnesso per mano degli achei e dalla conseguente riduzione delle donne della città in schiavitù. Briseide è il premio di Achille, a seguito della vittoria conseguita, e diventa la voce narrante, che passo passo racconta il dolore e l'umiliazione delle donne di Lirnesso, trattate come un oggetto qualunque e sottoposte alla volontà e alle voglie di uomini che Omero definisce eroi. Briseide ridimensiona la figura dell'eroe per ricondurla a quella di uomini bruti, rudi e assassini senza pietà. Nonostante questo tipo di romanzo non rientri nella mia "confort zone" di letture, ammetto di essere rimasta incantata dalla scrittura e dalle descrizioni minuziose e di aver avuto la sensazione di "udire" la voce e la denuncia delle donne troiane.
3.5/5. Il romanzo racconta le vicende dell'Iliade dal punto di vista delle donne troiane delle città sconfitte, rapite e asservite agli Achei e costrette a vivere come schiave e concubine dei propri nemici, che hanno vissuto la guerra sulla propria pelle osservando dagli accampamenti. Alcuni aspetti mi sono piaciuti, ma ci sono anche lati negativi: ho apprezzato che Barker abbia posto l'accento sui lati più negativi dell'epica guerra di Troia: non il valore e l'eroismo tipici dell'epos quanto la schiavitù, il sacrificio e l'elaborazione del lutto, con delle belle riflessioni sul significato della guerra. Un aspetto che non mi è piaciuto, invece, è che la protagonista dovrebbe essere Briseide, regina di Lirnesso che rapita e resa schiava da Achille: premetto che non si sconfina mai nella romanticizzazione dello stupro e della guerra (e menomale, ne avevo il timore), però il personaggio di Achille finisce per emergere troppo durante la narrazione e soffoca un po' la voce di Briseide, anche quando non serve assolutamente allo scopo - o a quello che dovrebbe essere lo scopo - del romanzo. Altro aspetto che non mi è piaciuto è di natura stilistica: la prima parte è narrata in prima persona dal POV di Briseide, la seconda metà così e metà in terza persona dal POV di Achille, scelta che non ho capito e che a mio avviso crea un non piacevole senso di straniamento nel lettore.
"Il silenzio delle ragazze" osserva il campo acheo dal punto di vista delle donne: in particolare c'è Briseide, grazie alla quale il lettore può conoscere le emozioni, i pensieri, le paure e, anche, come da titolo, il silenzio delle ragazze ora diventate premi di guerra. La lettura è scorrevole e il libro si lascia divorare. Consigliato assolutamente!
Recensioni
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