Slurp. Dizionario delle lingue italiane. Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati - Marco Travaglio - copertina
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Letteratura: Italia
Slurp. Dizionario delle lingue italiane. Lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati
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Descrizione


Ecco perché l'Italia non è una democrazia compiuta: questo libro ne è la prova. Marco Travaglio racconta come giornalisti e opinionisti di chiara fama (e fame) hanno beatificato la peggior classe dirigente d'Europa. Basta dar loro la parola. Cronache da Istituto Luce, commenti da Minculpop, ritratti da vite dei santi... Un esercito di adulatori in servizio permanente effettivo. Ecco un'antologia, a tratti irresistibilmente comica, di tutto quello che ha cloroformizzato l'opinione pubblica per assicurare consensi e voti a un sistema di potere politico-economico incapace, mediocre e molto spesso corrotto. A Silvio Berlusconi per cominciare, ma anche ai tanti capi e capetti del cosiddetto centrosinistra che hanno riempito i brevi intervalli tra un governo del Cavaliere e l'altro. Fino all'esplosione di saliva modello "larghe intese" per Giorgio Napolitano, Mario Monti e Matteo Renzi. Altro che giornalisti cani da guardia del potere. Il virus del "leccaculismo" è inarrestabile e con la Seconda Repubblica si è trasformato in una vera epidemia. Dalla tv alle radio ai giornali: un esercito di adulatori in ogni campo, dal calcio allo spettacolo. Questo libro propone un catalogo ragionato della "zerbinocrazia" italiota. Un dizionario dei migliori adulatori e cortigiani dei politici e degli imprenditori italioti che, a leggere i giornali e a vedere le tv, avrebbero dovuto regalarci benessere, prosperità e felicità. E invece ci hanno rovinati...

Dettagli

15 maggio 2015
560 p., Brossura
9788861906358

Valutazioni e recensioni

  • Nonostante il titolo "fumettistico" questo è un libro "horror". Infatti contiene una serie infinita di citazioni di politici e non da far rabbrividire. Ma davvero sono così incredibilmente "volgari" quelli che ci hanno rappresentato e che tuttora ci rappresentano nelle istitituzioni? Viene voglia di non crederci, ma "verba volant" e "scripta manent" per cui questo è un brevario indispensabile per chi non vuole cadere nelle trappole infernali di ogni potere: quello politico in primis, ma anche in quello televisivo e giornalistico. E non mi si dica che Travaglio fa di ogni erba un fascio, perchè per quei pochi italiani ai quali, come nelle riserve indiane, è rimasto un minimo di senso critico della nostra realtà, questo libro serve a non confondere tra molti doppi sensi: quello della politica alta e quello della bassa politica, quello della critica e quello dello sberleffo gratuito, quello della lealtà e quello del tradimento e via così. Questo libro si deve leggere faticosamente un capitolo alla volta, quasi per mandarlo a memoria quando tanti, troppi italiani, cominceranno finalmente allo specchio per capire se è il caso di sputare sopra la propria immagine riflessa. Come sempre, grazie Marco anche se un giorno sì e un giorno sì mi chiedo se le tue fatiche letterarie, giornalistiche, teatrali e televisive serviranno mai a migliorare di un'oncia la moralità del cosidetto "Bel Paese": auguri!!!

  • Roberto Catanese

    torna alla grande il direttore del Fatto Quotidiano. Anche questa volta con l'Editore controcorrente Chiare Lettere con cui Travaglio ha già pubblicato best seller come "Se li conosci li eviti" o "E' stato la mafia" ecc. Anche in questo nuovo lavoro, Travaglio sottolinea in modo molto ironico, il servilismo di certi giornalisti al soldo delle più importanti testate giornalistiche nonché di personaggi legati al modo dello spettacolo e della politica che basano tutto sull'accondiscendenza a certi poteri forti. Talvolta vi sono riferimenti anche a illustri colleghi dell'autore che potrebbero essere molto più genuini nello scrivere il proprio pensiero nei vari articoli giornale ma sono purtroppo legati dall'oscura mano dei poteri forti che li costringono a limitarsi alle solite lusinghiere, patinate frivolezze da gossip anziché scrivere cose importanti come giornalismo d'inchiesta e quant'altro. Consigliato a chi è un devoto fan di Travaglio ed è al tempo stesso acerrimo nemico dei personaggi sopra descritti e delle loro testate giornalistiche e trasmissioni televisive (es. Porta a Porta, Libero, Quinta Colonna, Dalla Vostra Parte ecc..)

  • Il libro, volendo semplificare molto, è una raccolta simile ai "Ma mi faccia il piacere" che si trovano nell'editoriale del lunedì sul Fatto Quotidiano. C'è poco Travaglio in questo libro, non aspettatevi una lettura che vi rapisca. Se paragonato agli altri libri di Marco Travaglio, questo è discretamente noioso: alcuni articoli che cita sono dei veri capolavori di lingua; mentre molti articoli sono semplicemente noiosi, fastidiosi e imbarazzanti. Ti viene solo da pensare: con che coraggio gli autori continuano a farsi chiamare "giornalisti"? Ciononostante il libro vale la pena di essere letto fino all'ultimo, perché spesso Travaglio lascia un breve commento che talvolta è solo di buon senso e per dare una spiegazione, ma talvolta è una vera perla. Marco Travaglio non ha uno stile particolarmente corrosivo, ma sa attaccare con rara eleganza. E quando non divertiranno le sue prese in giro, troverete articoli che vi faranno sbellicare dalle risate. Basta leggerli con distacco e non pensare che la maggior parte delle persone citate ha fatto carriera. Nel giornalismo, in politica, nello sport, nella musica. Troverete davvero di tutto. L'introduzione al libro è indimenticabile, come sempre. Travaglio prima ancora di poter ricevere una qualsiasi critica, le spegne tutte con le sue argomentazioni, la sua logica stringente e il suo stile elegante ma perentorio. Troverete vari esempi di leccate storiche e l'esatto motivo che lo ha spinto a farne un libro. Inizia con la Divina Commedia (ottavo cerchio, ruffiani), passa da Montanelli e arriva fino a Musil. Personalmente, ho adorato il racconto di Musil, "Il Lecchino", e anche la citazione in prima pagina: "Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile." (Joseph Pulitzer) Troverete anche stralci di poesia, in questo libro: una poesia scritta da Malgioglio per Berlusconi e molti titoli esilaranti che si rifanno a famose poesie. Una la voglio citare. In un articolo che parla di come Matteo Salvini trascorre il sabato (va con gli amici, prende una birretta, passa le serate in modo semplice, bla bla bla) il titolo è: "Il sabato del villano". Epico. Ho visto anche lo spettacolo tratto dal libro. A proposito: il Dvd dello spettacolo uscirà, prima o poi?

Conosci l'autore

Foto di Marco Travaglio

Marco Travaglio

1964, Torino

Marco Travaglio è direttore del Fatto quotidiano, giornale che ha contribuito a fondare. Ha lavorato con Indro Montanelli a il Giornale e a la Voce. Poi ha scritto per diverse testate, fra cui Sette, il Giorno, l'Indipendente, Cuore, il Borghese, l'Espresso, la Repubblica, l'Unità. È autore di molti best-seller, tra i quali: Il manuale del perfetto impunito (Garzanti, 2000), L'odore dei soldi (con Elio Veltri; Editori Riuniti, 2001), Mani Pulite (con Gianni Barbacetto e Peter Gomez; Chiarelettere, 2002), La scomparsa dei fatti (Il Saggiatore, 2006), Mani Sporche (con Gomez e Barbacetto; Chiarelettere 2007), Viva il Re! (Chiarelettere, 2013), È Stato la mafia (Chiarelettere; 2014), Perchè NO (con Silvia Truzzi; PaperFIRST, 2016), B. come basta! (PaperFIRST,...

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