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Anno edizione: 2021
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In queste pagine troverete imprenditrici scaltre e un po' corsare, artiste carismatiche, campionesse sportive, politiche, mistiche e intellettuali contraddittorie. Donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa.
«Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l'anno.» Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull'emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà. Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. Ma allora perché tuttә continuano a consigliare alle donne, oggi come allora, di sposarsi con un uomo ricco? Perché in molte famiglie si insiste a non insegnare alle ragazze a gestire il denaro, facendo loro credere che farsi procurare da qualcun altrә la sicurezza materiale sia un traguardo di vita? In queste pagine troverete imprenditrici scaltre e un po' corsare, che tra rispettare le leggi o se stesse non hanno mai avuto dubbi, artiste carismatiche che non hanno pensato nemmeno per un momento di dover essere protette dal patrimonio dei loro partner. Vedrete politiche convinte che il miglior modo per arrivare in alto è non farsi vedere mentre si sale, e mistiche per le quali è la natura delle intenzioni, non il denaro con cui le realizzi, a segnare il confine tra ciò che è bene e ciò che è male. Vi emozionerete per campionesse sportive che per vincere tutto hanno rischiato di perdere la sola cosa che contasse davvero, e vi innamorerete di intellettuali contraddittorie che con la loro creatività hanno fatto abbastanza soldi per dichiarare una guerra (e pazienza se era quella sbagliata). Sono donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa. In ciascuna delle loro vite – Oprah Winfrey, Nadia Comăneci, Francesca Sanna Sulis, J.K. Rowling, Helena Rubinstein, Angela Merkel, Madame Clicquot, Beyoncé, Chiara Lubich e Asia Argento – risuona forte la frase fulminante e sovversiva di Cher che, quando sua madre le consigliava di smettere di cantare e trovarsi un uomo ricco, ebbe l'ironia di rispondere: «Mamma, l'uomo ricco sono io».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
ho letto questo libro con piacere ed interesse nel tempo libero, in poco tempo. me l'ha consigliato un'amica e be sono rimasta molto soddisfatta sia per il racconto in sé (la storia di donne accomunate da un filo invisibile) sia per il metodo narrative delle autrici. lo consiglio!
Da grande fan del podcast di Morgana, nel quale Murgia e Tagliaferri raccontano appunto storie di donne che nella loro vita hanno rivoluzionato il concetto di disparità di genere, non potevo non comprare questo libro. Ed ogni volta che ascolto o leggo la storia di una Morgana (poco importa se la protagonista in questione mi sia simpatica o se abbia idee simili od opposte alle mie), mi sento ispirato: in questo caso, le dieci donne selezionate in questo volume vengono raccontate per il loro rapporto con il denaro e per la propria autorealizzazione economica, perché, come diceva Cher ma anche Virginia Woolf, l'indipendenza economica è emancipazione: da Oprah Winfrey ad Asia Argento, passando per Beyonce e Angela Merkel, tutto ciò che queste donne hanno fatto, lo hanno fatto per realizzare loro stesse, perché a loro non interessa essere apprezzate od osannate dagli altri; ed è questo che le rende Morgane, che le rende straordinarie! Sono rimasto affascinato e ispirato dalla potenza e dal senso pratico del tenersi in piedi ognuna facendo affidamento alla propria forza: chi la determinazione, chi la serietà, chi la competenza, chi la propria bellezza. Alcune storie mi sono piaciute molto (penso a quella di Nadia Comăneci o di Helena Rubinstein), altre le ho trovate di minor spessore. L’uso del fonema schwa / ə /utilizzato dalle autrici, così fortemente criticato e da alcuni ritenuto addirittura “illeggibile”, mi è sembrato invece in linea con l’idea di inclusività presente nei contenuti.
Collazione di storielle edificante per un pubblico di femministe. Il mondo è sinergia, una visione parziale danneggia l'insieme.
Recensioni
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