Un viaggio generazionale che ti catapulta in un tempo ed in un luogo tanto lontani eppure tanto ben descritti da farti sentire nelle narici il profumo del sorgo (il vero onnipresente protagonista).
Sorgo rosso
La storia epica, grandiosa di questo capolavoro della letteratura cinese contemporanea, si staglia sullo sfondo degli sconfinati campi di sorgo «che in autunno scintillano come un mare di sangue». Dal banditismo degli anni Venti, alla cruenta invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta, fino al periodo che precedette la Rivoluzione culturale, Sorgo rosso racconta le avventure e gli amori del bandito Yu Zhan'ao e della sua famiglia, in un affresco che ritrae un intero popolo, tutto un Paese. Un Paese dalle campagne brulicanti di anime sperdute - contadini, soldati, monaci buddisti, maghi taoisti - in cui «un vento maschio spazza una terra femmina» e il sangue versato è «morbido e liscio come piume d'uccelli».
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Enrico 05 luglio 2024Il sorgo a fare da sfondo
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Renzo 15 maggio 2022Quasi un poema epico
Il libro è dato dall’unione di 5 romanzi, ognuno suddiviso in capitoli, e per la precisione e completezza intitolati, rispettivamente, Sorgo rosso, Vino di sorgo, Le vie dei cani, Il funerale del sorgo e Pelli di cane. Sebbene non mi piaccia fornire anticipazioni della trama, è tuttavia indispensabile che fornisca alcuni brevi cenni per comprendere di che si tratta. Si parla dell’epopea, quasi una saga, di una famiglia di produttori di vino di sorgo in un arco di tempo del secolo scorso che va dal banditismo degli anni Venti alla tremenda invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta per arrivare grosso modo al periodo immediatamente prima della Rivoluzioni culturale. C’è un narratore, che è l’ultimo discendente di questa famiglia, e che racconta le vicende, vere e proprie gesta, dei suoi nonni e dei suoi genitori. Ogni tanto torna indietro nel tempo, in genere con abilità, cioè senza ingenerare fastidio, ma qualche volta l’autore si è lasciato prendere la mano e allora diventa difficile fare i necessari raccordi. Comunque è scritto in modo magnifico, alternando sapientemente, a pagine di notevole violenza, altre in cui la natura provvede a portare in chi legge un profondo senso di serenità. In particolare ho trovato una notevole capacità nel descrivere scene di battaglia, quasi come se davanti ai nostri occhi scorresse un film, ma dove si supera Mo Yan è proprio nella descrizione della natura, tanto che i campi di sorgo rosso che ondeggiano al vento, le acque del fiume che scorrono vicino e i tramonti che paiono pennellate sapienti di un pittore espressionista finiscono con il diventare un palcoscenico atto a smorzare gli orrori dei combattimenti, fanno vibrare il cuore del lettore, che, impietrito dalla follia sanguinaria degli uomini, ritrova il sentiero che lo riconduce a una vita più tranquilla, nella consapevolezza che noi non siamo altro che ignari attori di quella grande commedia che è la vita. E’ un capolavoro.
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Una grande epopea, narrata nello stile di Mo Yan: una prosa capace di evocare immagini, sensazioni, odori - una prosa poetica e di grande fascino. Un racconto fatto di terra, armi, sangue, di amore, che narra una Cina rurale in un'epoca di sconvolgimenti storici.
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