"C'erano una volta alcuni morti che sedevano insieme, nell'oscurità; dove, non sapevano - forse, in nessun luogo. Ma, sedendo, discorrevano per far sì che l'eternità trascorresse." Recita così l'incipit di questo bellissimo racconto del Premio Nobel Pär Fabian Lagerkvist, uno dei nomi più altisonanti della letteratura svedese. Nella quiete dell'Oltretomba, voci di divergente umanità si ergono a una a una per narrare, in un groviglio disorientante, stralci di traversie della propria esistenza terrena: memorie, nostalgie, miserie, grandezze, dolori, gioie. Sino a quando, una tra queste voci, pressappoco come in un moto di rivolta, non finirà per chiedersi quale sia lo scopo della vita, il suo mistero, il suo significato, il suo perché, cosa intendeva fare di loro Dio e quale era il fine che si era posto creandoli, cose di cui dovrà rendere certamente conto. Tutti, allora, seguendo questa voce, partiranno alla ricerca di Dio, nella speranza di risolvere appunto l'enigma riguardante il mistero della vita. Che cosa succederà se e quando Dio sarà trovato? Che dire?... "Il sorriso eterno", opera molto breve, di una novantina di pagine, è un magnifico lavoro letterario. Inquietante al punto giusto, mai soporifero, con uno stile elegantissimo. Chi non è avvezzo a leggere libri con tematiche similari, potrebbe uscire dai fumi di questo racconto alquanto turbato, o, finanche, addirittura traumatizzato. In ogni caso, comunque, chi lo legge ne uscirà trasformato, pervaso senza fallo da profonde abissali riflessioni. In conclusione, il libro e l'autore meritano grandemente.
