E' la storia di un giovane benestante e privilegiato che, subito dopo il diploma, decide di lasciare il terreno sicuro della successione nelle aziende di famiglia per arruolarsi nella durissima FANTERIA DELLO SPAZIO. In realtà, l'ambientazione è solo lo spunto per una lunga riflessione sulla società e sulla politica, che ha come base una civiltà in cui la criminalità e le disuguaglianze sociali sono pressochè scomparse, in cambio della riduzione della platea cui sono destinati i diritti di cittadinanza pieni. Il più importante e ambito, il diritto di voto, è riservato ai militari. E' stata per me una lettura a due velocità: tanto entusiasmante e interessante la prima parte, quella relativa all'iniziazione nel corpo militare di Johnny, al suo percorso di crescita, da viziato bamboccione figlio di papà a ufficiale in comando del più disciplinato, duro e impegnativo corpo militare dell'universo, tanto noiosa e pesante (per me) l'ultima, con il racconto delle vicende belliche relative alla guerra con gli aracnidi. La storia di Johnny diventa spunto per il racconto degli elementi filosofici, sociali e morali alla base di un mondo che ha scelto di rinunciare a gran parte dei propri diritti in cambio della pace (sociale, non militare). Riuscitissimo il tono del racconto, in cui Johnny ci racconta la morte dei compagni, le durissime punizioni, inclusa la fustigazione e la forca, cui gli abitanti di questa nuova era sono sottoposti e che vengono d'altra parte vissute come un equo prezzo da pagare in cambio di quella che da tutti (cittadini e non) viene identificata come "la migliore delle società possibili". E, di certo, la migliore di quelle che si sono succedute nella storia degli uomini, inclusa la democrazia. Accusato di militarismo e fascismo, l'autore, in realtà mi sembra più interessato a divertirsi a mostrare i limiti della società dei suoi tempi e proporre come in un gioco intellettuale i fondamenti filosofici e morali di uno scenario alternativo.
Starship Troopers
Un classico senza tempo che ha segnato per sempre il nostro immaginario.
Juan Rico vive in un futuro non troppo lontano, in cui il mondo è stato pacificato e, dopo una devastante guerra mondiale, si è instaurato un governo aristocratico che vede la Terra far parte di una Federazione di pianeti. Figlio di un ricco industriale, il giovane Rico sceglie di non lavorare nell'azienda paterna, ma di arruolarsi volontario nella fanteria dello spazio. Dopo un periodo di addestramento, Juan viene inviato al fronte; qui dovrà affrontare i nemici alieni impegnati in un conflitto senza tregua contro la specie umana; ma le battaglie che dovrà combattere saranno più psicologiche che militari, e lo trasformeranno alla fine, da frivolo diciottenne, in un vero uomo.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Cerchi di fuoco 29 marzo 2022
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LakesMeadow 07 marzo 2022
Il mondo immaginato da questo autore è davvero notevole e accattivante. Inoltre la scrittura è pulita, senza fronzoli, le frasi scorrono che è un piacere. E proprio non riesco a capire come si possa sprecare tutto questo ben di Dio per parlare di addestramento militare, dilungarsi per dieci pagine sul funzionamento della tuta potenziata, sproloquiare sui vari gradi militari all'interno dell'organigramma dell'esercito, descrivere dettagliatamente (per trenta pagine di fila!) i movimenti dei fanti spaziali mobili prima di uno scontro. Le filippiche su come dovrebbe essere la società secondo l'autore, invece, le ho trovate stimolanti. Certo, sono opinioni forti, controcorrente e spesso severe, e ben di rado mi sono trovato d'accordo (ma come si fa a trattare la morale al pari di una materia scientifica?!). Tuttavia, sono chiare, sincere e coraggiose, e con poche tracce di militarismo e nessuna di fascismo.
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Alessandro Ottaviani 23 settembre 2012
Si tratta di un romanzo molto bello e scorrevole di quella fantascienza nobile che spesso, per la sua stessa apparente semplicità, si è prestata ad interpretazioni erronee. Chi si appresta a leggere quest'opera si dimentichi del film di Verhoeven e dell'impronta fortemente militarista che era data al regime terrestre: quella di Heinlein non è, come banalmente si è spesso pensato, un'esaltazione del militarismo o del totalitarismo, ma la rappresentazione ipotetica di una sorta di democrazia meritocratica, nella quale sussiste una fondamentale eguaglianza, senza discriminazioni, tra tutti i cittadini, fatti salvi i diritti politici strettamente intesi. Per acquisire questi ultimi, infatti, è necessario svolgere il cosiddetto Servizio Federale, secondo l'idea che solo chi abbia combattuto per acquisire i suddetti diritti possa comprenderli appieno e apprezzarne l'importanza. Queste idee, controverse ed espresse anche in altre opere dall'autore, possono essere condivise o meno, ma vanno inquadrate correttamente nel contesto della storia in cui vengono presentate(il regime esistente è frutto di una riorganizzazione posteriore a una nuova guerra mondiale e non riguarda solo la Terra, ma un'intera federazione di pianeti).
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