Attraverso gli occhi di un bambino, Giuliano, con uno stile accattivante e fresco, mai banale o scontato, Ignazio Tarantino ci mostra uno spaccato di vita comune che viene stravolta da una scelta religiosa che ripercuote i suoi effetti su di un’intera famiglia. La trama non annoia mai ed è in grado di regalare sorrisi anche nei momenti più drammatici della storia. Il romanzo consente di fare una riflessione su quanto sia importante evitare ogni tipo di radicalismo e per questo risulta una lettura davvero consigliata a tutti.
Sto bene. È solo la fine mondo
Anni Ottanta, nel sud dell'Italia. La vita di una numerosa, modesta famiglia, dominata da un padre depresso e violento, viene sconvolta dall'ingresso della madre in una setta religiosa chiamata Società, che promette la sopravvivenza a un'imminente fine del mondo. Giuliano Flavio, il più piccolo dei figli, che nutre per la donna, mite e generosa, un amore incondizionato, non può far altro che unirsi agli altri nel percorso che porterà tutti alla vita eterna. Ma quello che da principio è un sogno diventa presto un incubo di obblighi e divieti, di isolamento dalla famiglia allargata, di visioni e terrori apocalittici. Man mano che il mondo della famiglia "così come lo conosce" si sfalda, Giuliano deve lottare duramente per conquistare l'indipendenza, a cominciare dalla possibilità di vivere liberamente un amore che gli è stato vietato, per l'"incredula" Sara.
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Autore:
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Editore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Alessia Ali' 18 maggio 2018
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MARCO ZOCCHETTI 11 marzo 2017
Scritto in uno stile scorrevole e molto piacevole, questo libro, in parte romanzo e in parte autobiografia, rivela gli effetti devastanti che l'imposizione di una pratica religiosa totalizzante possono avere su un bambino. L'atteggiamento ironico dell'autore evita che la narrazione precipiti nel tragico, anche quando, di fatto, le vicende familiari del protagonista non possono essere definite che drammatiche. Ho apprezzato il punto di vista tutt'altro che scontato da cui si osservano personaggi e avvenimenti. Consigliato per la facilità di lettura, ma anche per riflettere...
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Giuliano parla in prima persona e racconta, partendo da quando era bambino, quella che è stata la sua infanzia e la sua quotidianità in una famiglia numerosa, povera e in balia di due genitori difficili negli anni '80. Potrebbe essere una storia tragica ma non lo è, potrebbe strapparci fiumi di lacrime ma non lo fa. Perché la narrazione è semplice, scorrevole e molto ironica; di quell'ironia infantile che ci fa sembrare tutto una sorta di grande caricatura, che sdrammatizza ciò che ai nostri occhi appare invece agghiacciante. Il tema del fanatismo religioso è il perno del racconto, e per tutto il libro il lettore probabilmente non farà altro che domandarsi quando Giuliano si ribellerà, quando arriverà il suo riscatto personale, quando abbandonerà quella gabbia di matti. Dopo aver letto questo libro guarderete con occhi diversi quegli strani tipi che vi citofonano negli orari peggiori con tanto di valigette e abiti eleganti...
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