La vita del rapinatore, in seguito pittore, Luciano Lutring, analizzata per mezzo di una lunga intervista che ne ripercorre la storia famigliare per arrivare sino ai giorni nostri. Chi è, o era, Luciano Lutring, alias “il solista del mitra”? Un uomo che dalla vita ha avuto fama e denaro per mezzo di incredibili rapine perpetrate senza mai, o quasi, torcere un capello alle proprie vittime. Appassionato sin da bambino di strumenti a corde, ‘il solista’ prediligeva l’uso di un mitragliatore Thompson depositato nel cuore di una custodia per violino, questa la caratteristica che maggiormente catalizzava l’originalità e l’attenzione di chi negli anni della Milano non ancora da ‘bere’ ha avuto l’ardire di incontrarlo. Uno per il quale il regista Carlo Lizzani usò parole dolci come il miele e che ne volle narrare la parabola criminale nel suo “Svegliati e uccidi”. Uno per cui amore e criminalità sono sempre andati di pari passo. Catturato dalla polizia Francese scoprì e riscoprì la propria nuova vena artistica, dipingendo senza tregua nelle lunghe ore passate in cella. Uno per il quale per motivi artistici è stata concessa dopo diversi anni la grazia, sia in Italia che oltralpe. Uno che una volta uscito è stato capace di ridisegnare la propria vita gestendo anche bar, attività, alberghi e proseguendo a dipingere incessantemente riuscendo a vendere i propri quadri. Uno che ha saputo guardarsi alle spalle per tutti gli errori che ha commesso, non rinnegando nulla ma con la piena certezza di come la sua vita sia stata viziata da amore e sete di denaro, di come gli anni passati non potranno ritornare, di come gli anni della sua Milano non sono più quelli della Milano di oggi. Una confessione a 360° di un uomo che sulla via di Damasco ha incrociato chi ha saputo arrestarlo e che nel cuore di una prigione ha avuto la capacità di riscrivere la propria vita ricominciando da pagina uno.
Una storia da dimenticare. Storia, ricordi ed emozioni del «solista del mitra»
Luciano Lutring, noto alle cronache degli anni Sessanta con il soprannome di "Solista del Mitra", fu autore di rocambolesche rapine (in cui nessuno fu ferito) commesse per amore di una donna. Dopo anni di carcere ottenne la doppia grazia presidenziale per meriti artistici e, con la riacquistata libertà coincise un radicale cambiamento di vita all'insegna della pittura e della scrittura.
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Anno edizione:2006
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Ciro Andreotti 02 marzo 2014
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