Una distopia silenziosa e ovattata, dove colori e i suoni creano un mondo pallido, nutrito di menzogne. L' interesse di un potere fiacco e misero si impone sulla scienza manipolando ogni tentativo da parte dei ricercatori di ricostruire un passato molto più oscuro di quanto si potesse immaginare. Personalmente l' ho trovato piacevolmente conturbante, a tratti crudele e poetico. In alcuni passaggi troppe similitudini e metafore cromatiche distolgono l' attenzione dalla narrazione ma nel complesso rimane addosso, anzi penetra nel profondo.
Suoni ancestrali
Perrine Tripier firma un romanzo politico e poetico, unendosi a quelle autrici che, grazie al potere evocativo della letteratura, hanno saputo costruire e distruggere mondi, da Ursula K. Le Guin, a Margaret Atwood fino a Octavia E. Butler.
In un paese senza nome, affacciato sul mare, gli scavi archeologici riportano alla luce i resti di un’antica civiltà scomparsa da migliaia di anni: i Morgondi, eroici guerrieri le cui gesta erano state tramandate solo in ninnenanne e vecchie leggende. L’imperatore vede nella riscoperta della civiltà morgonda un’opportunità per legittimare la propria dinastia e rafforzare il prestigio del paese. A dirigere gli scavi viene chiamata Martabea, figlia di contadini dell’entroterra che si è fatta strada nella vita, ottenendo la cattedra di storia alla prestigiosa Università imperiale, e che ora ha il privilegio di ricostruire la storia dei Morgondi. Gli scavi riportano alla luce colonne immense finemente scolpite, bassorilievi, armi cesellate, trombe di conchiglia coperte d’oro e necropoli dove i guerrieri morgondi riposano, avvolti in pellicce, all’interno di enormi carcasse di balene. Non tutto però è come sembra. Gli scheletri rinvenuti, per esempio, sono esclusivamente maschili. Un’ultima, sconvolgente scoperta minaccia la narrazione della grandezza morgonda sostenuta e promossa a gran voce dall'imperatore, e pone Martabea di fronte a un terribile dilemma morale: scegliere tra l’integrità morale e il compromesso. Suoni ancestrali è un libro poetico e politico, attuale che denuncia la distorsione e la strumentalizzazione della storia per scopi politici e ideologici, sollevando interrogativi sul delicato confine tra verità storica e narrazione mitologica.
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Anno edizione:2025
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Francesco 24 marzo 2025tensione rigenerante
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