Sylvie. Testo francese a fronte - Gérard de Nerval - copertina
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Letteratura: Francia
Sylvie. Testo francese a fronte
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Descrizione

L’interesse di Umberto Eco per Sylvie risale al primo casuale incontro con la narrativa di Gérard de Nerval, all’età di vent’anni: “ho letto il racconto in stato di assoluta innocenza, e ne sono stato sconvolto”. Da allora Eco ha fatto di questa novella l’oggetto di corsi universitari, saggi e numerose citazioni, seguendo le ragioni di quella giovanile fascinazione fino a tradurla personalmente, con un ampio commento a corredo del testo. Pubblicato originariamente nel 1854, Sylvie è il più significativo e compiuto esempio dell’originalità creativa di Nerval.


Letto e studiato da Proust, che in Contro Sainte-Beuve lo interpreta come espressione delle “misteriose leggi del pensiero”, racchiude tra le sue pagine un’alchimia di atmosfere sospese e stati d’animo impalpabili, che rimandano a una condizione di “mancanza” che anticipa l’approccio psicanalitico. È l’effetto-nebbia, evocato da Proust, a colpire il lettore-traduttore Eco: uno spaesamento, per chi esce dalla lettura, simile a “quella soglia mattutina in cui ci si risveglia lentamente, e si confondono le prime riflessioni coscienti con gli ultimi bagliori onirici e si perde (o non si è ancora superato) il confine tra sogno e realtà. [...] Ho riletto tante volte questo racconto nel corso degli ultimi quarantacinque anni, e ogni volta cercavo di spiegare a me stesso e agli altri perché mi facesse quell’effetto. Ogni volta credevo di averlo scoperto, eppure ogni volta che riprendevo a rileggere mi ritrovavo come all’inizio, ancora prigioniero”.

Dettagli

14 maggio 2024
192 p., Brossura
9788834617915

Conosci l'autore

Foto di Gérard de Nerval

Gérard de Nerval

1808, Parigi

Gérard Labrunie, conosciuto come Gérard de Nerval, è stato un poeta e scrittore francese. Rimasto orfano di madre prestissimo, fu allevato da un prozio in campagna. Trasferitosi a Parigi, si unì alla bohème romantica e viaggiò in Europa e in Oriente. Soggetto a crisi nervose fin dal 1841, dovette a più riprese essere rinchiuso in una casa di salute. Si uccise impiccandosi a Parigi. Ha lasciato una buona versione del Faust di Goethe e varie traduzioni di poesia. Ma la sua fama si affida soprattutto alle posie di forma pura e perfetta, anche se non del tutto immuni da bizzarie e oscurità, e alle sue opere in prosa in cui sembra precorrere Beaudelaire e Mallarmé. Ricordiamo Le chimere (1854), Piquillo (1837), L'alchimista (1839),...

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