"La luce è l'ossigeno del film e il buio può durare solo gli attimi in cui si trattiene il respiro. (Una oscurità mantenuta troppo a lungo fa l'effetto dell'aria viziata) Non bisogna meravigliarsi se, dopo aver soffiato sull'ultima candela, l'attore è ancora visibile. Resta su di lui una diffusa luce lunare (qualche volta eccessiva) che si potrebbe chiamare "buio convenzionale cinematografico", un buio come lo vedono i gatti, un buio, cioè, dove l'azione non sparisce, non s'interrompe". Uscito nel 1944 e ora riproposto in una nuova edizione per iniziativa della Cineteca Italiana, questo libro, che segna il debutto come scrittore di Aldo Buzzi, rappresenta un piccolo capolavoro di levità e ironia: "uno scherzetto alla Munari" come lo stesso autore lo definisce.
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Anno edizione:2007
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