La Germania secondo Fabrizia Ramondino ovvero diario di un "viaggio esteriore e interiore", scandito dal ritmo di una meditazione poetica: nelle pagine di questo taccuino, l'autrice narra di sé e della sua lunga frequentazione delle "terre tedesche", ricostruendo, dal dopoguerra sino a oggi, l'instabile profilo di un Paese segnato dai traumi e dalle crisi ripetute del Novecento. Immagini di città - Heidelberg, Francoforte, Monaco, Wuppertal, Weimar, Berlino - si intrecciano a riflessioni sulla Storia e sulla cultura tedesca, sollecitando via via, accanto alla memoria del passato, un tentativo di decifrare gli scenari del presente scaturiti dalla svolta del 1989. Ne deriva un singolare itinerario attraverso lo spazio e il tempo, che è insieme un bilancio di vita e di scrittura: l'esperienza del viaggio coinvolge di rimando la nozione delle origini e il rapporto con Napoli, "città balia" più che "madre", oggetto di un amore difficile e radice di un senso irrimediabilmente precario dello star di casa e nel mondo. Accompagnano il testo tre lettere inedite di Gesualdo Bufalino, Anna Maria Ortese e Karsten Witte riferite alla prima versione del Taccuino tedesco (La Tartaruga, 1987).
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