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Anno edizione: 2020
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Gran brutta cosa la guerra e ancor più brutta se è civile, cioè è uno scontro fra cittadini della stessa nazione. Il duo Guccini e Macchiavelli deve aver pensato che far riemergere fatti del periodo della Resistenza doveva essere una buona idea, anche per parlarne ai nati dopo, che altrimenti non possono sapere. Se poi, oltre a questa guerra per bande si aggiunge una vicenda gialla, cioè una strage di simpatizzanti fascisti di cui incolpare un giovane partigiano che fino alla sua condanna a morte e alla relativa esecuzione si proclama innocente, la narrazione diventa più interessante. Tuttavia, per poter discolpare la vittima di un errore giudiziario a distanza di anni si deve trovare un escamotage per chiamare in causa, per le indagini, il maresciallo maggiore dei carabinieri Benedetto Santovito che, guarda caso, all’epoca era in zona in una formazione partigiana delle Matteotti (l’innocente giustiziato si chiamava Roberto Cortesi, detto Bob, ed era membro di una banda garibaldina) con il nome di battaglia di Salerno, giunto troppo tardi per poter verificare o meno la colpevolezza decretata da un tribunale della Garibaldi. Non sto a descrivere questo escamotage che inizia a Bologna e che dà inizio a un’indagine di notevole complessità, sia per gli anni trascorsi dall’eccidio e dalla esecuzione, sia perché a muoversi sull’Appennino Tosco-emiliano ci si imbatte in montanari, brava gente, non c’è che dire, ma restia a sbottonarsi. Dato che Santovito non comanda più una stazione in loco, alle indagini partecipano anche altri marescialli, fra i quali il giovane Ares Amadori, probabilmente un raccomandato, saputello, ma che incide positivamente sul corso della ricerca del colpevole. La trama viene purtroppo inutilmente complicata degli autori e inoltre la soluzione del giallo manca di logica; comunque si lascia leggere.
Io ho amato Guccini il cantautore, quello de "L'avvelenata", di "In morte di F. S, canzone per un'amica", "Il vecchio e il bambino", "Signora Bovary", e tutte le altre. Ho preso in mano questo libro ad un mercatino e prima di allora non aveva mai letto nulla di suo. Paura di compromettere il mito? Forse. Mi sono sorpresa nel vedermelo descritto tra le pagine. Una storia partigiana, in una brutta storia di guerra. Storia di uomini e della loro difficile lotta per la libertà, ma fallaci in un giudizio frettoloso. Un'esecuzione commessa per errore o per nascondere altri errori. Visualizzare qualche personaggio con il suo volto, pieno e barbuto. E' bravo a scrivere, questo è certo. Che sia uno canzone o un romanzo.
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