Dello stesso autore avevo letto qualche mese prima “Epepe”, che mi piacque molto. Questo racconto, invece, pur essendo ben scritto e molto godibile in quanto a caratterizzazione perspicua e vivida dei personaggi, è scorso via, pagina dopo pagina, senza lasciarmi particolari emozioni. Senz’altro bella l’ambientazione nella Budapest sotto assedio russo, al termine della seconda guerra mondiale, quando la città era difesa con i denti dai tedeschi, i quali, parallelamente alle cannonate contro i russi, procedevano alacremente con la deportazione degli ebrei là residenti. Questo dunque il quadro in cui il protagonista, ebreo appunto, deve muoversi con circospezione. O meglio, dovrebbe, dato che tra bunker e appartamenti bombardati non rinuncia affatto ai piaceri di Venere...
Tempi felici
Molto più della guerra, delle bombe che riducono Budapest in macerie, molto più dei rischi che lui stesso corre in quanto ebreo, a occupare i pensieri di Józsi Beregi è il campionato di calcio. E poi trovare il modo di procurarsi quello che più gli manca: un po' di carne da mettere sotto i denti. Ma non dovrà sforzarsi troppo, giacché a offrirgli, con entusiastica e spontanea generosità, tutto ciò di cui ha bisogno saranno le donne, nessuna delle quali sembra poter resistere al suo fascino. Se Epepe si presentava da subito come un incubo, Tempi felici appare sin dalle prime battute come un divertissement – quasi uno schnitzleriano girotondo. Solo in una commedia, infatti, farsi crescere un paio di baffi può sottrarre un giovane ebreo alle terribili Croci frecciate nell'Ungheria dell'inverno del 1945; e solo in una commedia il giovanotto in questione può vivere le sei drammatiche settimane dell'assedio dei Sovietici, in una città squassata dai bombardamenti e ridotta allo stremo, come una parentesi beata, deliziosamente propizia agli amori clandestini, riuscendo a farsi proteggere, nutrire e coccolare da prostitute e borghesi, da giovani e da vecchie – e perfino da una miliziana fascista.
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Autore:
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marco Bertagna 08 marzo 2017
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Romanzo breve, ma ricco di contenuti. L'autore, attraverso l'umorismo, riesce a trasformare uno scenario cupo (l'assedio di Budapest da parte dell'Armata Rossa) in una sarabanda di avventure sentimentali. Il giovane protagonista si preoccupa molto di più del campionato di calcio, che dei rischi che corre (essendo ebreo), lasciando trasparire la sua vera occupazione: cogliere l'attimo, godendosi la vita. "Tempi Felici" è - per l'autore - un esercizio di ironia letteraria, intesa come libertà di pensiero.
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