Coe ancora un grande romanzo una trama unica originale ed avvincente
9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos'è accaduto? Com'è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Non avendo più niente da perdere, decide di accettare una curiosa opportunità di lavoro: un viaggio da Londra alle isole Shetland per pubblicizzare un'innovativa marca di spazzolini ecocompatibili. Si mette in macchina con mente aperta, le migliori intenzioni e la voce amica del navigatore come compagnia. Ben presto si accorge che il viaggio prende una direzione più seria, che lo porta nei luoghi più remoti delle isole britanniche, ma soprattutto nei più profondi e bui recessi del suo passato. Jonathan Coe reinventa il romanzo picaresco per i nostri tempi.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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gianpiero molinari 05 dicembre 2014
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DELIA DIFONZO 07 dicembre 2011
Ho letto quest'ultimo romanzo di Coe provando sensazioni diverse: in alcuni momenti mi sono divertita; in altri mi sono annoiata; in altri mi son sentita coinvolta, soprattutto quando lo scrittore sottolinea le contraddizioni presenti nella nostra esistenza, ci fa riflettere sui cambiamenti avvenuti nella società, ci consegna un'acuta analisi delle moderne solitudini e della difficoltà di accettarci per quello che siamo. Poi, verso la fine, una serie di improbabili incontri e ancora più improbabili dialoghi, l'emergere di una verità che mi è apparsa un po' banale, il colpo di scena che, ovviamente, mi guarderò bene dal rivelare. A mio avviso, per quanto ammetto che è stato del tutto inaspettato, non ha riscattato l'intera trama narrativa, anzi forse le ha consegnato la definitiva etichetta di ruffiana.
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massimo campaci 21 gennaio 2011
Se lo leggete non ve ne pentirete, se non lo leggete, non avete perso il capolavoro del secolo.E' piacevole, bizzarro, triste, curioso...quindi ha componenti che invitano a continuare la lettura, che aiutano a sollecitare il pensiero verso le molteplici desinenze sociali che vuole esprimere; proprio da qui ne deriva invece il carattere "out", perchè non profondo come si spererebbe.Da un lato quindi la narratività "di stile" e accadimenti coinvolgenti, dall'altra una piatta analisi della "non" comunicazione e dei rapporti interpersonali.Sinceramente avevo aspettative più importanti, non mi ha deluso, però, ripeto, la mancata profondità resta un neo piuttosto vistoso.
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