Thérèse Raquin di Émile Zola è uno dei capolavori del naturalismo francese, un romanzo intenso e psicologicamente profondo che esplora le tenebre della passione, della colpa e della fatalità. La storia si concentra sulla giovane Thérèse, intrappolata in un matrimonio senza amore con il debole e malaticcio Camille, e sulla sua passione travolgente per il cognato Laurent. Quando il loro amore proibito sfocia in un omicidio, Zola dipinge un ritratto brutale e senza compromessi della discesa nei meandri della colpa e della distruzione. La scrittura di Zola è implacabile e dettagliata, mettendo in evidenza non solo i conflitti interiori dei personaggi, ma anche le circostanze sociali e ambientali che li determinano. La casa buia e umida, dove Thérèse e il marito vivono, diventa un simbolo claustrofobico della loro esistenza repressa. Zola non risparmia nulla, mostrando la crudeltà e le conseguenze inevitabili delle azioni umane. Thérèse Raquin è una lettura inquietante, ma anche irresistibile, che scava nell'animo umano con un realismo sconvolgente, invitando a riflettere sulle forze cieche che governano la nostra vita e sulle devastanti conseguenze delle nostre scelte
"Thérèse Raquin", forse il più famoso romanzo di Zola, è la straordinaria, lucidissima analisi di un delitto quasi perfetto. In apparenza la storia è un tipico feuilleton: due amanti, sconvolti dal desiderio carnale, diventano assassini per sbarazzarsi del marito di lei e finiscono travolti dalla precisione della loro stessa macchinazione. Si assiste così a una metamorfosi quasi "chimica" della passione in paura e in egoismo: i due complici sono condannati a restare legati come gemelli siamesi, l'uno saprofita del corpo e dell'anima dell'altro, eppure enormemente distanti, ciascuno perseguendo una sua solitaria quanto vana strategia di salvezza. E dietro all'epilogo moralistico che vede scoccare un inesorabile castigo per i due criminali, si legge piuttosto in filigrana una sorta di insostenibile pesantezza del crimine per due creature fondamentalmente fragili e pavide. Qui per la prima volta nella letteratura un personaggio di fantasia viene esplicitamente trattato come un caso clinico: "In Thérèse Raquin", ammette Zola, "ho voluto studiare dei temperamenti e non dei caratteri [...] ho semplicemente fatto su due corpi vivi ciò che i chirurghi fanno su dei cadaveri". (Introduzione di Mario Lunetta)
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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IRENE00 07 novembre 2024
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Lina 15 aprile 2024
Meraviglioso. Una lettura scorrevole e piccata, come solo Zola sa fare. Consigliato per avere uno spaccato della vita dell’Ottocento francese
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