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Anno edizione: 2013
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Questo romanzo è splendido. Un viaggio in un luogo e un tempo che sembrano essere reali, con atmosfere coinvolgenti e personaggi delineati perfettamente. Non manca nulla.
Gormenghast è un conte malinconico e bibliofilo e una contessa con una corte di gatti bianchi e uccelli in canto; un dottore irragionevole e druidico, gemelle maliziose e vanitose, uno sguattero ambizioso; una nobile ragazza ribelle e sognatrice, domestici devoti, infedeli e eroici e cuochi permalosi e violenti, una magica nutrice in lotta per la libertà. Gormenghast è questo è molto altro, molto altrove. In tutto ciò, la tradizione è narrata con regole e rituali, alla nascita di un erede, il nuovo successore, prossimo conte della fortezza, e il cambiamento si attua in un'epica meravigliosa e illogica e le descrizioni e le azioni si oppongono agli archetipi surreali, alle tematiche di rovesciamento dell'ordine e alla mitologia oscura di un luogo perturbante, asimmetrico e incantato.
Tito di Gormenghast è una sorta di classico minore della letteratura fantasy. A rigore non è nemmeno un fantasy e confina piuttosto con i racconti grotteschi di cui condivide personaggi e situazioni. L'ambientazione è quella dei racconti gotici. Ed il ritmo e lo stile sono unici. Mai letto nulla di simile. Mervyn Peake è particolarissimo. Evidente, a mio avviso, è piuttosto la condanna delle idee di uguaglianza e le figure di arrampicatori sociali (piuttosto tipico della cultura inglese del primo novecento che guardava con orrore al Comunismo). Una densa aria di conservatorismo politico aleggia anche in questo testo avvicinando così indirettamente Peake a Tolkien o a Lewis. Il ritmo è lento e talvolta rilassato. Il lettore che vuole eventi ad ogni piè sospinto è avvertito. L'autore non ha creato soltanto un mondo parallelo dove il lettore viene catapultato per incanto fin dalla prima riga, ma è stato anche capace di re-inventare uno stile letterario nuovo. Definire questo libro un fantasy sarebbe come definire Leonardo Da Vinci semplice un pittore. Ci sono mille sfumature, mille spunti, infiniti livelli di lettura in questo libro. Nonostante la trama sia ben altro che ricca di eventi lo stile di Peake è talmente poetico, ironico e tagliente che non ci si accorge nemmeno che possono passare numerose pagine prima che accada davvero qualcosa. Un'esperienza da provare. Per tutti coloro che amano il fantastico, non si spaventano di fronte a stili letterari ricchi e odiano i personaggi patinati che troppo spesso rovinano delle belle storie.
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