Come la mafia - e non solo - eliminava gli oppositori. Un libro rivelatore su quante vittime abbia dovuto lasciare sul campo il movimento cooperativo e contadino e su quanto sia stata difficile e doloroso il percorso verso la democrazia nell'immediato dopoguerra, Il romanzo di Maira, ci racconta la vita e soprattutto la morte di Accursio Miraglia, segretario della Camera del Lavoro di Sciacca ucciso dalla mafia il 4 gennaio 1944. Un uomo illuminato da sempre a fianco delle organizzazioni contadine nella lotta per l’applicazione della legge sulla riforma agraria., Il merito principale di Maira è riuscire ad inquadrare l'omicidio di Miraglia nell'ambito di una spietata e scientifica strategia di annichilimento del movimento contadino siciliano condotto dalla mafia ma supportato, più o meno celatamente, da movimenti politici reazionari che - in una fase delicatissima della storia del nostro Paese - hanno cercato con ogni mezzo di ostacolare ogni prospettiva di sviluppo democratico. La tesi dell'autore è che la morte di Miraglia sia l'antefatto storico - insieme ad altri omicidi "politici" - della strage di Portella della Ginestra del 1947: stessi attori, stessi interessi, stesse finalità. Un libro da leggere, per non dimenticare il sacrificio di tanti e il valore della nostra libertà.
Topografia di un delitto
Un delitto come allucinazione collettiva, un delitto cosiddetto di mafia che – come è successo molte altre volte – ha le sue radici nella politica. Una pagina sconcertante di storia, un racconto vivido del nostro passato prossimo.
Un delitto annunciato: se ne parla nelle sedi dei partiti, nelle piazze, ne parla anche la vittima designata, forse si spera ancora di scongiurarlo. E poi tutto si compie, come da copione. Salvatore Maira ci porta dentro la vita e la morte di Accursio Miraglia, segretario della Camera del lavoro di Sciacca dal 1944, per anni a fianco delle organizzazioni contadine nella lotta per l'applicazione della legge sulla riforma agraria, ucciso il 4 gennaio 1947 mentre torna a casa dalla moglie e dai figli. L'incontro tra l'autore e il figlio di Miraglia, Nico, diventa occasione di una ricognizione su luoghi e persone che ruotano intorno alle cooperative e alla battaglia per i latifondi. Ne nasce un affresco della Sicilia del dopoguerra in cui si muovono ex fascisti, monarchici, grandi proprietari terrieri, servizi segreti inglesi e americani: attori diversi accomunati dall'obiettivo di porre fine con ogni mezzo alle rivendicazioni contadine e di impedire che i partiti di sinistra prendano piede sull'isola. Una lunga scia di morti e di insabbiamenti che culminerà nell'eccidio di Portella della Ginestra. Un commissario di polizia e un capitano dei carabinieri, con sapienza investigativa, lottano contro una muraglia di connivenze che protegge gli autori del delitto. La loro è un'indagine disperata e febbrile, quasi ossessiva, che trae forza da un profondo sentimento etico: dare giustizia a un uomo che consapevolmente ha sacrificato la vita per gli ultimi. Un'inchiesta che è anche una corsa contro il tempo, tra confessioni, ritrattazioni e colpi di scena, dove i fatti e le persone non sono mai come sembrano, immersi come sono in una sorta di allucinazione collettiva: una narrazione in presa diretta cadenzata dal ritmo serrato degli interrogatori.
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Anno edizione:2024
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Niki 10 gennaio 2025Omicidio Miraglia, un delitto politico
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