Il torto del soldato - Erri De Luca - copertina
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Letteratura: Italia
Il torto del soldato
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Descrizione


"Non mi prenderanno vivo. Ne hanno catturati mille di noi, ma non farò la fine di una foglia d’autunno che si arrende."

Un vecchio criminale di guerra vive con sua figlia, divisa tra la repulsione e il dovere di accudire. Lui è convinto di avere per unico torto la sconfitta. Lei non vuole sapere i capi d’accusa perché il torto di suo padre non è per lei riducibile a circostanza, momento della storia. Insieme vanno a un appuntamento prescritto dalla kabbalà ebraica, che fa coincidere la parola fine con la parola vendetta. Pretesto sono le pagine impugnate da uno sconosciuto in una locanda.

Dettagli

26 aprile 2012
96 p., Brossura
9788807019036

Valutazioni e recensioni

  • FRANCESCA IOZZI

    Io quando leggo Erri de Luca lo ascolto. Lo ascolto leggere come un "nonno" saggio che non ti stanchi mai di ascoltare perché sai che ha l'anima piena di mondo. Io quando leggo Erri de Luca mi riempio di poesia e di delicatezza, perché le sue storie travolgono ma senza ferire, hanno quella leggerezza e allo stesso tempo quell'emozione che sanno farsi posto da sole nella piega delle emozioni e ci restano. Questo libro ha variato un po dal suo "solito" (che non scade mai nel banale e ripetitivo) e mi è piaciuto anche per questo. Ma tutto il resto è Erri..

  • ALICE ACCORNERO

    Storia di guerra, storia di massacri, storia di una bambina diventata donna, storia di una figlia, storia di un soldato, storia di un uomo che fugge e che si nasconde, storia di corpi. Difficile definire in un sintagma il contenuto di questo libro.. L'autore ha grandi capacità espressive e riflessive. Bello leggerlo e confrontarsi con altri lettori.

  • MARIO D'ANDREA

    Meno di 90 pagine, ma quale e quanto peso specifico! Rispetto a precedenti opere di Erri De Luca in questa occasione è necessario prestare particolare attenzione, al punto di rileggere e meditare alcuni passaggi. Il libro è sostanzialmente composto da due parti. La prima (35 pagine molto, molto dense e ricche di spunti di riflessione) fa riferimento ai pensieri dell’autore a fronte dei luoghi e dei termini dell’olocausto (dai ghetti ai lager), fino a portarlo all’incontro (casuale) con i protagonisti della seconda parte (figlia e padre). In questa sezione ci viene narrato il rapporto tra i due ma, soprattutto, la riflessione del protagonista (criminale nazista) nei confronti dei suoi comportamenti. De Luca restituisce, con agghiacciante lucidità, la convinzione dell’ormai vecchio (ma certo non domo) ufficiale che il suo unico torto sia stata la sconfitta nel secondo conflitto mondiale, senza MAI un’ombra di autocritica sui crimini compiuti. Anzi, egli trova nello studio dei testi ebraici, in particolare nella Kaballà, una ipotetica risposta a ciò che il nazismo avrebbe dovuto (e non ha saputo) fare per raggiungere il suo scopo e … vincere!!! Ma il Golem e l’èmet – la verità – non gli daranno scampo, come il magico numero 190 (a proposito è davvero straordinario e profondamente toccante il commento di De Luca circa la necessità di usare lettere e non cifre/numeri quando si parla di vittime della Shoah!!!). Non c’è, né ci può essere, pietà per i nazisti, comprese le inquietanti versioni contemporanee! Erri De Luca ci conduce per mano a comprenderne il motivo. Da leggere e da meditare.

Conosci l'autore

Foto di Erri De Luca

Erri De Luca

1950, Napoli

Diciottenne, vive in prima persona la stagione del '68 ed entra nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua. Poi sceglie di esercitare diversi mestieri manuali in Africa, Francia, Italia: camionista, operaio, muratore. Studia da autodidatta l'ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. È opinionista de «il Manifesto».Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino, 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro...

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