Il libro, breve ma intenso, risulta diviso in due parti: una prima parte puramente autobiografica e una seconda, più romanzata, in cui entra in scena la figura del soldato. Proprio in questa seconda parte De Luca tocca con discrezione temi delicati, come quello della guerra, del difficile rapporto tra un padre (il soldato appunto) e sua figlia, e tra questi e il suo passato. In poche pagine l'autore riesce ad entrare in empatia col lettore, raccontando di sé e portandolo a riflettere, tramite un breve racconto, su temi che particolarmente gli stanno a cuore. Lo consiglio assolutamente.
Il torto del soldato
Un vecchio criminale di guerra vive con sua figlia, divisa tra la repulsione e il dovere di accudire. Lui è convinto di avere per unico torto la sconfitta. Lei non vuole sapere i capi d'accusa perché il torto di suo padre non è per lei riducibile a circostanza, momento della storia. Insieme vanno a un appuntamento prescritto dalla kabbala ebraica, che fa coincidere la parola fine con la parola vendetta. Pretesto sono le pagine impugnate da uno sconosciuto in una locanda.
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Autore:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
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E’ stato un colpo di fulmine! Vuoi perché De Luca parla di Singer e di letteratura yiddish, argomenti che mi interessano moltissimo, vuoi perché il primo racconto, per altro autobiografico, è ambientato proprio nella Val Badia, mia seconda terra di adozione! L’innamoramento poi è proseguito immediatamente perché la sua esperienza si intreccia con quella ben più drammatica della protagonista del secondo racconto. Solo qualche sguardo, e un sorriso tra i due ma la memoria e i ricordi della ragazza affiorano ad ondate e ne percepisci lo smarrimento, il dolore ma non quel dolore che può essere anche rigeneratore, un dolore invece pietrificante, che ti condizione non solo la vita ma anche inaridisce i sentimenti! E allora ti viene spontanea la domanda: ma che cosa provano o hanno provato i figli dei criminali ( e che criminali!!) quando sono venuti a conoscenza della verità sui loro padri? E’ drammatico! E poi ecco la provocazione: il soldato che compie dei crimini perché obbedisce agli ordini è automaticamente assolto? Perché ha obbedito forse? Queste sono comunque domande che ti vengono leggendo il libro, perché De Luca ti provoca continuamente… E che dire poi della “cabala”? possono i numeri uniti alle lettere svelarci il nostro destino? Anche questo è un argomento da approfondire. Un libro molto intrigante, scorrevole e assolutamente non banale!
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FRANCESCA IOZZI 24 novembre 2016
Io quando leggo Erri de Luca lo ascolto. Lo ascolto leggere come un "nonno" saggio che non ti stanchi mai di ascoltare perché sai che ha l'anima piena di mondo. Io quando leggo Erri de Luca mi riempio di poesia e di delicatezza, perché le sue storie travolgono ma senza ferire, hanno quella leggerezza e allo stesso tempo quell'emozione che sanno farsi posto da sole nella piega delle emozioni e ci restano. Questo libro ha variato un po dal suo "solito" (che non scade mai nel banale e ripetitivo) e mi è piaciuto anche per questo. Ma tutto il resto è Erri..
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