Traduzione come metafora, traduttore come antropologo. La semiotica ci fa capire
«Lo spesso citato articolo del 1959 «Sugli aspetti linguistici della traduzione» di Jakobson avrebbe potuto essere una rivoluzione negli studi sulla traduzione – come venivano chiamati all'epoca, teoria della traduzione – avrebbe potuto causare un'esplosione nel senso lotmaniano (1992) del termine, spingendo i ricercatori verso un «approccio semiotico alla traduzione», per citare il famoso articolo di Lûdskanov del 1975. Non è successo nulla di simile. L'articolo di Jakobson era implicitamente basato sulla nozione di "linguaggio interno" di Vygotskij, e quando affermava che esistono traduzioni interlinguistiche, intralinguistiche e intersemiotiche, dava per scontato che tutte e tre avvenissero nel processo di traduzione "semplice", come input/output tra il linguaggio continuo della mente e il linguaggio discreto della parola. In Occidente, invece, si è pensato che si riferisse ai film tratti da romanzi, alle immagini da poesie e così via, e la teoria della traduzione rimase legata a nozioni come l'equivalenza e così via. Inizierò analizzando le principali metafore della traduzione, poiché le metafore sono l'inconscio collettivo di qualsiasi cultura (Lakoff).»
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Anno edizione:2021
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In commercio dal:19 novembre 2021
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